Ormai è diventata una vera moda: non ci si sposa se non si è organizzata una luna di miele “decente” e, per “decente”, non si intende certo una uscita “fuori porta”, ma il più possibile lontano dalla “porta”. Le mète possono essere le più varie: isole esotiche sperdute negli Oceani, safari africani, traversate in lungo e in largo dei vari continenti, crociere rilassanti (?!) in mezzo ai mari. Ma non si viaggia solo in luna di miele! Infatti, nonostante i tempestosi venti di crisi, sono ancora migliaia e migliaia le persone di ogni età che, soprattutto in questo periodo estivo, si muovono da una parte all’altra del mondo per il semplice gusto di viaggiare.
Il pane, nella sua qualità di elemento fondamentale per il nutrimento degli uomini di ogni tempo, fu utilizzato da Gesù come raffigurazione del valore della sua Persona e della sua Opera. Gesù è “il pane disceso dal cielo”, come un’autentica “manna” divina offerta a tutti gli uomini. Egli è contemporaneamente colui che dona la vita e colui che la conserva, dandole nutrimento.
La relazione fra la nostra fede e la nostra vita, cioè fra quello in cui crediamo ed il modo in cui viviamo, è essenziale per la nostra testimonianza come figli di Dio e per l’esempio che offriamo alle nuove generazioni. Come è possibile infatti che le persone siano avvicinate all’Evangelo o chi vive accanto a noi possa avere l’influenza benefica del nostro esempio, se viviamo la nostra fede in modo ipocrita e incoerente?
L’editoriale pubblicato nel mese di maggio e l’articolo “La Chiesa di Dio”, pubblicato nello stesso numero, hanno sollevato le osservazioni contenute nella lettera che volentieri pubblichiamo, soprattutto perché offre lo spunto per approfondire una necessaria riflessione su argomenti importanti come l’opportunità di chiamarsi “cristiani” e il rapporto fra Israele e Chiesa nei piani di Dio.
L’editoriale pubblicato nel mese di maggio e l’articolo “La Chiesa di Dio”, pubblicato nello stesso numero, hanno sollevato le osservazioni contenute nella lettera che volentieri pubblichiamo, soprattutto perché offre lo spunto per approfondire una necessaria riflessione su argomenti importanti come l’opportunità di chiamarsi “cristiani” e il rapporto fra Israele e Chiesa nei piani di Dio.
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