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Quando si è nati immersi in una cultura religiosa che pone al centro il tuo “io” come strumento di salvezza (le tue buone opere, le tue penitenze, le tue rinunce...) diventa difficile accettare l’annuncio dell’Evangelo secondo il quale tutto è stato compiuto da Gesù e, di conseguenza, io non devo fare assolutamente nulla. Ma quando lasciamo illuminare i nostri occhi dallo Spirito Santo, quest’accettazione diventa vera gioia!­­
Uno dei modi più sbrigativi che gli uomini hanno ancora oggi per disfarsi dell’esistenza Dio è quello di affermare che, se davvero egli esistesse e se fosse così potente e così pieno d’amore come afferma di essere, non tollererebbe un secondo di più le sofferenze che vediamo intorno a noi nel mondo. Ma vorrà dire pur qualcosa il fatto che Dio ha scelto proprio la strada della sofferenza per salvarci!
La conoscenza della Parola di Dio, accompagnata dall’esperienza di quanti sono impegnati a studiarla e a predicarla nell’ambito indicato da Dio che è la chiesa locale, costituisce il fondamento irrinunciabile per un cammino che qualifichi la testimonianza delle Assemblee in Italia, rendendo efficace il loro annuncio dell’Evangelo e proteggendole da infiltrazioni di dottrine e di modi di radunarsi incoerenti.­­­

anti…

“Ha vinto l’antipolitica, hanno vinto i movimenti antipartiti...”: queste le parole che ho letto sui giornali a commento dei risultati dell’ultima limitata tornata elettorale. Ma il suffisso “anti” è più che mai di moda di questi tempi: si parla di “provvedimenti anticrisi”, della necessita di potenziare “i servizi dell’antiterrorismo e dell’antimafia” per non parlare poi di quelli “antievasione” e... l’elenco potrebbe continuare. “Anti” è, nella nostra lingua, un prefisso utilizzato generalmente per indicare la scelta di opporsi a realtà che non riteniamo giuste e che in qualche modo vorremmo cambiare.
Si sta purtroppo diffondendo la tendenza a risolvere questioni relative alla vita della chiesa locale non piegandosi, con attenzione, rispetto ed umiltà, sulla Parola di Dio come fecero i Giudei di Berea dopo aver ascoltato la predicazione di Paolo, ma lasciando campo libero a scelte che sono frutto di opinioni e convenienze umane e non certo dell’ubbidienza a quanto la Parola insegna.
Vivere un cammino fatto di esperienze puramente religiose lascia uno strascico di dubbi, di incertezze, di delusioni. L’inganno della religione lo si capisce però soltanto quando, illuminati dalla Parola di Dio e pronti ad aprire non soltanto le orecchie ma anche il cuore, si conosce la meravigliosa luce del Signore e si conoscono le certezze totalmente nuove fondate sulle sue promesse.
Il tema della omosessualità continua ad infiammare il dibattito sociale e politico e costituisce motivo di forte tensione e, purtroppo, di chiara deviazione dalla Parola di Dio, anche all’interno di movimenti “cristiani”. Per ricordare quanto sia importante tornare alla Scrittura, proponiamo il testo di un intervento di testimonianza durante un incontro pubblico su questo tema, promosso da una locale comunità valdese.

La Chiesa di Dio

Come evitare, nel nostro essere Chiesa e nel nostro vivere come chiese locali, il rischio sempre presente di perdere la nostra identità neotestamentaria e di diventare una delle tante denominazioni che altro non sono che “chiese di uomini”? Un’attenta riflessione sugli insegnamenti della Parola di Dio in relazione all’origine, alla natura e al fondamento della Chiesa ci aiuterà a rispondere a questa domanda.

apostolica!

Se qualcuno ci domandasse se la nostra chiesa locale è una chiesa “apostolica”, risponderemmo negativamente o affermativamente? Forse, pensando al fatto che si tratta di uno degli aggettivi con cui la “chiesa di Roma” e altri movimenti “cristiani” caratterizzano sé stessi, saremmo tentati di rispondere “no” in modo secco e senza equivoci. Ma si tratterebbe di una risposta affrettata, scaturita più da un desiderio di distinzione che da una riflessione oggettiva.

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