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Archivi Annuali: 2012
La certezza del ritorno di Cristo deve costituire un motivo di meraviglia quotidiana per ogni figlio di Dio (la meraviglia di sapere che, in quanto “figlio di Dio”, un giorno sarà simile a lui), ma anche un preciso incoraggiamento a purificare e santificare la propria vita, evitando di peccare e producendo quei frutti di giustizia che sono la testimonianza di una vita totalmente rinnovata in Cristo.
Sana dottrina, servizio, preghiera, comportamento impegnato e responsabile nella Chiesa sono quattro “perle” di un “tesoro” che Cristo ci ha trasmesso ponendolo a nostra totale disposizione. Il nostro contributo personale all’opera di Dio e alla vita della chiesa locale non dipende certo dalle nostra capacità, ma dalla nostra disponibilità ad appropriarci proprio di questo tesoro per... viverlo ogni giorno!
Nei giorni scorsi è circolata una notizia curiosa che, per evidenti motivi, ha avuto una scarsa diffusione nei media nazionali: “dalla Cina, dopo le borse, i jeans, i cd, sono arrivati anche i santini taroccati. Seimila rosari contraffatti con le immagini dell’attuale pontefice e del suo predecessore erano mischiati a quintali di altra merce stipata in un container proveniente dalla Cina e sbarcato nel porto di Genova...
La misericordia e la grazia di Dio si rivelano talvolta in modo ancora più evidente ed efficace nei momenti in cui, nonostante le nostre certezze di fede, ci allontaniamo dalla strada maestra indicata dalla sua Parola, compiendo scelte sbagliate e lasciando il peccato insinuarsi nella nostra vita. Le risposte inattese di Dio sono anche il frutto della sofferta preoccupazione che spinge la famiglia e la chiesa locale a pregare!
Quando riflettiamo sulla “struttura” della nostra chiesa locale, dovremmo sempre partire dalla convinzione che non è possibile vivere un cammino insieme, che sia davvero costruttivo all’interno ed attraente all’esterno, se non sulla base di un reciproco servizio. C’è un solo modo infatti per dimostrare che abbiamo davvero compreso quello che Gesù ha fatto per noi: servirci gli uni gli altri.
Come Signore della Chiesa, Gesù agisce anche come Giudice nei suoi confronti, ma il suo giudizio non ha lo scopo di distruggere una realtà, per costruire la quale ha versato il suo sangue, quanto piuttosto quello di proteggerla e salvarla da situazioni non coerenti con la sua vita interna e la sua missione esterna. Per questo le riprensioni di Gesù sono sempre motivate, circostanziate e incoraggiate dalla promessa di vittoria.
Un vero cristiano non può accontentarsi di essere “credente”, deve anche impegnarsi a diventare “discepolo”. La vita eterna, che egli ha ricevuto in dono per mezzo della fede nel sacrificio di Cristo, comincia infatti qui da ora sulla terra attraverso la possibilità di vivere una relazione personale con il Padre e con il Figlio ed è proprio nel vivere concretamente questa relazione che si rivela l’autenticità della fede.
In un momento in cui il movimento “negazionista”, che così si chiama perché nega la realtà storica dell’olocausto e delle brutalità del regime nazista, si fa sempre più strada, è importante ricordare: da un lato, in quali abissi di crudeltà può sprofondare l’uomo a causa del suo peccato, e, dall’altro lato, quale soccorso e quali consolazioni il Signore può dare ai suoi figli anche in momenti di inenarrabile sofferenza.