Prosegue il mio ricordo di un viaggio ad Auschwitz fatto nel 2011 con un folto gruppo di studenti. Nella prima parte ho cercato di dare risposta alla angosciosa domanda che sorge spontanea dalla visita dell’orrore: “Perché Dio ha permesso ciò? Perché permette il male?”.
La seconda domanda che pesa nella mente e nelle coscienze e che costituisce il sottotitolo di questo secondo articolo è: “Perché tanto odio verso gli Ebrei?”
Perché Dio ha scelto un popolo?
La visita ad Auschwitz mette in evidenza il lucido piano di annientamento perpetrato dai nazisti, che avevano messo in piedi, con teutonica efficienza una vera e propria “fabbrica della morte”.
Il tentativo di distruggere un popolo, portato avanti con metodica risolutezza ed efficienza organizzativa lascia sbigottiti: perché tanto accanimento verso il popolo ebreo?
Coloro che conoscono la Bibbia ovviamente sanno che il popolo ebreo non è un popolo qualunque; è il popolo di Dio, il popolo eletto, che Dio si è costituito chiamando Abramo fuori da Ur dei Caldei: ma per quale motivo Dio ha deciso di mettersi da parte un popolo?
Ascoltiamo la risposta della Scrittura a questa domanda.
“Il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il SIGNORE vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del faraone, re d’Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri” (De 7:7-8).
Il Signore ama Israele perché fino da subito ha avuto un piano di gloria per Il suo popolo: attraverso di lui Dio ha deciso di manifestarsi all’uomo; a Israele Dio ha affidato la sua Parola e gli ha dato il compito di conservarla per l’umanità, ma soprattutto attraverso il Messia di Israele, Gesù di Nazareth, il Leone della Tribù di Giuda, Dio ha deciso di mettere in atto il suo piano di salvezza universale:
“Egli ha reso la mia bocca come una spada tagliente, mi ha nascosto nell’ombra della sua mano; ha fatto di me una freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra, e mi ha detto: «Tu sei il mio servo, Israele, per mezzo di te io manifesterò la mia gloria»” (Is 49:2-3).
“Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d’Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra»” (Is 49:6).
Antisemitismo satanico
Ecco qual è il motivo di un certo tipo di odio verso gli ebrei, che chiameremo “antisemitismo satanico”: Satana, il nemico, l’avversario delle nostre anime e angelo ribelle, dopo aver provocato la caduta dell’uomo in Eden ha sempre cercato di contrastare il piano di Dio per la salvezza del mondo.
Satana ha da sempre cercato lo sterminio del popolo ebreo, ed a questo scopo si è servito di uomini che si sono messi al suo servizio; vediamo alcuni esempi:
• Il Faraone ordinò l’uccisione di tutti i maschi neonati del popolo di Israele, ma Mosè fu salvato dalle acque.
• Molti anni dopo il Faraone mandò i suoi carri a inseguire Israele per distruggerlo.
• Il persiano Haman (libro di Ester) anticipò l’idea della soluzione finale di Hitler, facendo emanare un editto per lo sterminio totale degli Ebrei.
• Erode, saputo dai re di orienteche il Messia era venuto al mondo a Betlemme ordinò la strage di tutti i maschi dai due anni in giù.
• Nel periodo ellenista Antioco Epifane dissacrò il tempo sacrificando animali impuri, nel tentativo di distruggere l’identità del popolo di Dio.
• I Romani dopo la distruzione del tempio soppressero nel sangue la seconda rivolta giudaica nel 135 d.C. cambiando nome a Gerusalemme in Aelia Capitolina, e imponendo il divieto per i Giudei di avvicinarsi alla città. La Chiesa del I secolo infatti predicava che il Messia sarebbe ritornato a Gerusalemme.
• In seguito il popolo fu disperso, attraverso persecuzioni e vicissitudini di ogni genere in Europa; dopo la cacciata dei mori dalla Spagna nel 1492, nel paese iniziò la persecuzione contro gli Ebrei che si dispersero nei paesi dell’Europa centro-orientale, oltre che nelle Americhe. Molti anni dopo, Satana suscitò odio nelle popolazioni nelle quali Dio aveva disperso il suo popolo e in tempi più moderni Adolf Hitler ripropose l’idea della soluzione finale: lo sterminio premeditato e organizzato di undici milioni di Ebrei europei.
Ma la partita non è ancora finita: dopo la tragedia della Shoah, la Società delle Nazioni, poi trasformatasi in ONU, accordò il permesso al popolo ebraico di costituire il moderno stato di Israele, ma oggi un altro persiano, Mahmud Ahmadinejad, presidente di una grande nazione, la repubblica islamica dell’Iran, propugna la cancellazione di Israele dalla mappa geografica, ed è pronto ad innescare un nuovo “Olocausto”, anche sviluppando un programma nucleare, e finanziando e armando le organizzazioni terroristiche quali Hamas ed Hezbollah, che non riconoscono ad Israele il diritto all’esistenza.
Satana conosce bene l’escatologia degli ultimi tempi, e vuole contrastare il ritorno degli ebrei nella terra promessa (Aliyah) e il possesso del Paese, perché sa che quando il ritorno sarà completo il suo tempo prima di essere legato sarà breve (Ap 20:2), e cerca quindi di ritardare il più possibile l’adempimento del piano di Dio.
Antisemitismo “cristiano”:
nascita e sviluppo
In tutta questa perfidia contro il popolo eletto possiamo chiaramente distinguere la mano satanica, di colui che odia il popolo di Dio perché è ribelle contro Dio stesso. Ma l’antisemitismo non ha solo una radice satanica!
Con grande dolore e rincrescimento dobbiamo riconoscere che esiste un secondo tipo di odio verso gli Ebrei, che chiameremo “antisemitismo cristiano”, che ha le sue radici nella storia.
La distruzione del Tempio e l’allontanamento dei Giudei da Gerusalemme nel 70 d.C. fecero ritenere ad alcuni concluso il ruolo centrale di Gerusalemme e di Israele nel piano di Dio.
Già dopo pochi decenni da quegli eventi la Chiesa, che era inizialmente quasi totalmente giudaica, era mutata perché, per la predicazione degli apostoli e di quei tremila Ebrei convertiti nel giorno di Pentecoste, il Vangelo di Gesù Cristo si era sparso nel mondo dei Gentili.
I padri della Chiesa, da Ignazio di Antiochia (115 d.C.) a Giustino Martire, (100-165 d.C.), cominciarono ad affermare che la Chiesa è “la vera razza israelitica” e a cristianizzare l’Antico Testamento, affermando che, quando in un testo dell’Antico Testamento, si legge “Israele”, bisogna riferire questo testo alla Chiesa.
Ireneo, vescovo di Lione dal 178 al 195 fece una lettura allegorica dell’Antico Testamento, affermando che le promesse fatte ad Israele sono per la Chiesa.
Origene, studioso di Alessandria d’Egitto (185- 254 d.C.), ponendo le basi della ”teologia della sostituzione”, definì il popolo eletto l’Israele “corporeo”, mentre la Chiesa l’Israele “spirituale. Da qui l’opinione che tutto ciò che è giudaico sia da disprezzare, basso e inferiore rispetto al cristianesimo, che è il “vero Israele”.
In definitiva i primi tre secoli dopo Cristo portarono progressivamente all’espulsione dei Giudei dalla Chiesa, fino a giungere a Costantino che fece del Cristianesimo la religione di stato, andando a saldare potere temporale e spirituale. Infine nel 325 d.C.
Il Concilio di Nicea sancì la definitiva separazione tra la Chiesa e i Giudei, e la “conversione”, mediante il battesimo di massa dei neonati, dell’Impero romano al cristianesimo, epurato da qualunque influsso giudaico.
L’accusa di “deicidio”
Ciò che però fece passare da un semplice allontanamento e dal rigetto delle tradizioni giudaiche alla persecuzione fu l’accusa di “deicidio”. Essa venne formulata in modo ufficiale e solenne solo a metà del quinto secolo da Leone I Magno, ma era già presente fin dai primi secoli di storia della Chiesa.
Solo nel 1965 il Concilio Vaticano II stabilì che la responsabilità della morte di Cristo è da attribuire all’intera umanità, ma ancora oggi questa accusa storica è presente, a livello più o meno inconscio, in un certo tipo di cristianesimo.
Sgombriamo, alla luce delle Scritture, il campo da questa accusa:
Gli uccisori materiali furono i soldati Romani, ma chi furono i “mandanti”?
“I re della terra si sono sollevati, i principi si sono riuniti insieme contro il Signore e contro il suo Cristo. Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d’Israele, per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero” (At 4:26-28).
Questo brano attesta chiaramente che i mandanti dell’uccisione del Cristo siamo stati tutti noi!
Materialmente gli uccisori sono stati i gentili, nei panni dei soldati romani, ma i responsabili sono stati tutti: Erode e Pilato (Giudei e Romani) con le nazioni e il popolo di Israele.
Infatti l’Agnello di Dio è stato immolato per la salvezza di tutto il mondo, e sarebbe grave se qualcuno di noi si chiamasse fuori da questa responsabilità: vorrebbe dire che Gesù non è morto per questo “qualcuno”, per pagare i suoi peccati.
Le accuse di deicidio, la teologia della sostituzione e un antisemitismo a volte strisciante ma più spesso conclamato si è tradotto nella storia della cristianità in molti misfatti:
• Le crociate: 10.000 Ebrei trucidati durante la “liberazione” di Gerusalemme in occasione della prima crociata.
• L’inquisizione spagnola: nacque nel 1478 per smascherare (con la tortura) gli Ebrei falsamente convertitisi al cristianesimo (chiamati con disprezzo “marrani”, che significa “porci”).
• L’espulsione e la cacciata dalle chiese dei Giudei, a cui seguì la cacciata dalle città, spesso dopo un periodo di chiusura in un ghetto. La figura dell’ “ebreo errante” non fu una romantica scelta da parte di un popolo vagabondo, ma una tragica necessità dovuta alle persecuzioni.
• I Pogrom della chiesa cristiana ortodossa nei paesi dell’Europa orientale.
Certamente molti fratelli potrebbero obiettare che simili crimini sono stati commessi da sedicenti cristiani, che per nulla mettevano in pratica gli insegnamenti del Messia ebreo, Gesù di Nazareth. Molti potrebbero obiettare che noi evangelici non abbiamo nulla da spartire con i Papi che indissero le crociate e neppure con i loro successori che pensavano al potere temporale più che alla predicazione dell’Evangelo.
Molti obietterebbero che noi evangelici non abbiamo nulla a che spartire con l’inquisizione di Ignazio da Loiola e di Torquemada, che anzi molti sinceri credenti sono finiti sui roghi dell’inquisizione.
E infatti ciò è senz’altro vero, ma esaminiamo anche il seguente brano, scritto da un padre indiscusso della fede evangelica riformata:
“Cosa vogliamo fare ora noi cristiani con questo abietto, dannato popolo degli Ebrei? […]
Io voglio dare il mio sincero consiglio:
In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso o un resto. […]
Secondo: bisogna allo stesso modo distruggere e smantellare anche le loro case, perché essi vi praticano le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe.
Perciò li si metta sotto una tettoia o una stalla, come gli zingari, perché sappiano che non sono signori del nostro Paese, come invece si vantano di essere, ma sono in esilio e prigionieri, come essi dicono incessantemente davanti a Dio strillando e lamentandosi di noi. […]
Terzo: bisogna portare via a loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici, nei quali vengono insegnate siffatte idolatrie, menzogne, maledizioni e bestemmie. […]
Quarto: bisogna proibire ai loro rabbini – pena la morte – di continuare a insegnare, perché essi hanno perduto il diritto di esercitare questo ufficio. […]
Quinto: bisogna abolire completamente per gli Ebrei il salvacondotto per le strade, perché essi non hanno niente da fare in campagna, visto che non sono né signori, né funzionari, né mercanti, o simili. […]
Sesto: bisogna proibire loro l’usura, confiscare tutto ciò che possiedono in contante e i gioielli d’argento e d’oro, e tenerlo da parte in custodia. E il motivo è questo: tutto quello che hanno (come sopra si è detto), lo hanno rubato e rapinato a noi attraverso l’usura, perché, diversamente, non hanno altri mezzi di sostentamento. […]
Settimo: a Ebrei ed Ebree giovani e forti, si diano in mano trebbia, ascia, zappa, vanga, conocchia, fuso, in modo che guadagnino il loro pane col sudore della fronte, come fu imposto ai figli di Adamo, al terzo capitolo della Genesi. Poiché non è giusto che essi vogliano far lavorare noi, maledetti goijm nel sudore della nostra fronte, e che essi, la santa gente, vogliano consumare pigre giornate dietro la stufa, a ingrassare e scoreggiare, vantandosi in questo modo blasfemo di essere signori dei cristiani, grazie al nostro sudore. A loro bisognerebbe invece scacciare l’osso marcio da furfanti dalla schiena!”
(Martin Lutero, “Degli Ebrei e delle loro menzogne”, Einaudi, 2000, pagg. 185 -195)
È veramente triste constatare che un uomo di Dio come Lutero, Bibbia alla mano, abbia potuto scrivere simili nefandezze, ed è altresì triste constatare che i nazisti circa 400 anni dopo non fecero altro che mettere in pratica le raccomandazioni di Lutero.
L’antisemitismo cristiano non è appannaggio della sola chiesa cattolica, ma è un peccato che permea profondamente tutta la cristianità, passando attraverso i secoli e le denominazioni. È importante riflettere su questo fatto, affinché questi disastrosi errori nella Chiesa non vengano ripetuti!
La Chiesa e Israele oggi
Noi dobbiamo vegliare su noi stessi; è vero che chi ha perpetrato questi crimini non ha dato prova di essere un vero cristiano, ma noi dobbiamo prendere esempio dal profeta Daniele.
Egli, come tutti sappiamo, era un giovane integro davanti a Dio, eppure quando – come leggiamo nel racconto contenuto al capitolo nove del suo libro – intercedette per il popolo, affinché si compisse la profezia di Geremia e il popolo potesse ritornare dalla cattività babilonese, Daniele, chiedendo perdono per i peccati di Israele, non si pose fuori dal popolo, non disse: “Dio perdona loro perché hanno peccato”, ma digiunando, con sacco e cenere si rivolse a Dio dicendo:
“NOI abbiamo peccato e abbiamo agito perversamente, siamo stati malvagi e ci siamo ribellati allontanandoci dai tuoi comandamenti…” (Da 9:5).
Sulla base di quest’esempio noi oggi dobbiamo chiedere perdono per i peccati commessi dalla Chiesa o meglio dalla sedicente cristianità, contro il popolo eletto, la pupilla dell’occhio di Dio.
La Chiesa deve chiedere perdono per quanto è stato fatto nel nome di Cristo, impedendo per secoli la conversione e la salvezza degli Ebrei.
La Chiesa deve benedire Israele ricordando le parole rivolte da Dio ad Abramo e riguardanti non soltanto lui, ma tutta la sua discendenza:
“Io benedirò chi ti benedirà e maledirò chi ti maledirà” (Ge 12:3).
Teniamo però presente che nell’originale ebraico vengono usate due parole diverse per il termine “maledire”, e precisamente:
• Arar che si riferisce al processo di legare qualcuno con una maledizione.
• Qalal, che ha la seguente gamma di significati: considerare come superficiale o di poco conto, trattare con disprezzo, non dare importanza
(Avner Boskey in “Israele, la chiave del risveglio mondiale”, Perciballi Editore 2009)
Quindi le parole di Genesi 12:3 possiamo leggerlo in modo sicuramente più chiaro anche in questo modo:
“Io maledirò chi non ti darà importanza, chi ti tratterà con disprezzo, chi ti considererà di poco conto”.
Dobbiamo ammettere che purtroppo tutti questi atteggiamenti sono alquanto diffusi nella Chiesa di oggi.
Non dare la giusta importanza a Israele significa non avere capito quanto sia importante Israele nel cuore di Dio e quanto sia centrale negli eventi degli ultimi tempi: Gesù tornerà per diversi motivi, fra i quali quello di fare vendetta dei suoi nemici (Is 61:2), di salvare Israele (Ro 11:26) e di instaurare il Regno che fu solo annunziato alla prima venuta, e di regnare per mille anni, da Gerusalemme ,come Re dei Giudei!
Dio guardi ciascuno di noi e tutta la sua Chiesa, dal tornare ad incorrere negli errori del passato riguardo Israele!