Ai piedi del monte Sinai, nel momento in cui Dio si apprestava ad offrire ad Israele un patto stabile dopo averlo prodigiosamente liberato dalla schiavitù di Egitto, dall’accampamento del popolo si levò una sola voce per esprimere un impegno collettivo di riconoscenza, ma soprattutto di ubbidienza e di piena sottomissione.
Da sempre l’uomo è alla ricerca di un rinnovamento della sua vita, che gli consenta di conoscere anche un conseguente rinnovamento della società. Filosofi, politici, religiosi si sono cimentati in questa tensione verso il cambiamento, creando illusioni ed inevitabili delusioni. Solo chi accetta di essere discepolo di Cristo accogliendo la sua Parola può, partendo da sé stesso, produrre il rinnovamento che non delude.
La vita della Chiesa e la sua fedeltà al suo Capo ed alla sua Parola è spesso messa in
pericolo da scelte che, pur apparendo umanamente comprensibili e forse addirittura
strategicamente “sagge”, in realtà esprimono un modo umano e diabolico di superare
le diversità: il tutto a scapito delle verità su Dio, su Cristo, sulla Bibbia, sul messaggio
di salvezza annunziato tramite il Vangelo.
La Parola pronunciata per creare, la Parola scritta per rivelare, la Parola incarnata per salvare costituiscono le tre dimensioni della Rivelazione di Dio all’uomo. In ognuna di esse noi troviamo rivelata e concretamente manifestata l’essenza di Dio, cioè il suo Amore. Sono tre dimensioni diverse fra di loro, ma allo stesso tempo strettamente unite in un crescendo armonioso che ci trasmette una piena Rivelazione di Dio.
Dopo il dramma dell’Olocausto, il popolo d’Israele ha vissuto l’inizio dell’adempimento delle promesse divine, relative al suo ritorno nella terra da Dio assegnata ai patriarchi ed alla loro discendenza. Sotto i nostri occhi le profezie bibliche diventano cronaca, attraverso il ritorno sempre più massiccio degli Ebrei nella loro terra, ma anche attraverso l’aumento di quanti fra loro riconoscono in Gesù il Messia promesso.
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