Una statistica sulla condizione dei matrimoni nella nostra Italia ci ricorda che “nel 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160; rispetto all’anno precedente le separazioni hanno registrato un incremento del 2,6% mentre i divorzi un decremento pari a 0,5%. I tassi di separazione e di divorzio totale mostrano, per entrambi i fenomeni, una continua crescita: se nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni erano 158 le separazioni e 80 i divorzi, nel 2010 si arriva a 307 separazioni e 182 divorzi”. Un rapido calcolo ci porta a scoprire che nel 2010 ogni 1.000 matrimoni ben 489 hanno concluso la loro corsa: un dato impressionante che, negli anni successivi, anche se mancano ancora dati ufficiali, non è certamente migliorato, anzi…
L’istituto matrimoniale è oggi sempre più in crisi. C’è chi ne invoca pubblicamente l’abolizione. C’è chi auspica la legittimazione di forme di convivenza, non solo etero ma anche omosessuali. Inutile aggiungere che l’esortazione della Parola, “Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti” (Eb 13:4), è presa sul serio solo da una minima percentuale di coppie, bollate, per altro, come “retrograde” o “di altri tempi”. Di conseguenza oggi sta diventando sempre più difficile ed impegnativo andare controcorrente per essere testimoni del piano divino per il matrimonio.
Questo piano, che è strettamente legato al progetto creazionale dell’uomo, richiede al maschio e alla femmina di esprimere la propria sessualità esclusivamente nell’ambito di quest’istituto creazionale. Fornicazione, adulterio, omosessualità, convivenza sono modi di vivere la propria sessualità che esprimono la scelta di non tenere in alcun conto il progetto creazionale di Dio: in sostanza esprimono la scelta di andare contro quello che Dio ha desiderato e desidera per il bene dell’uomo. Le relazioni sessuali prima del matrimonio (fornicazione), quelle vissute durante il matrimonio ma con persone diverse dal proprio coniuge (adulterio), quelle ricercate con persone dello stesso sesso (omosessualità) e quelle portate avanti senza la volontà di stringere un patto (convivenza) sono tutte espressione di ribellione al piano di Dio. Dio ha espresso la sua misericordia verso l’uomo peccatore non soltanto donandogli un perfetto strumento di salvezza e di redenzione (Gesù), ma anche indicandogli nella sua Parola in quale modo rendere ordinati il suo cammino e la sua vita qui sulla terra. Oggi purtroppo, talvolta chiamando assai inopportunamente in causa la misericordia di Dio, ci stiamo aprendo alla comprensione, quando non addirittura alla giustificazione di queste scelte di ribellione al progetto divino: “Dobbiamo avere compassione perché siamo deboli… la nostra carne è fragile… i tempi sono cambiati” e via con discorsi di questo genere, che esprimono un falso amore e una falsa compassione, perché non fondati sulla verità ma sui nostri opportunismi e sui nostri istinti! Purtroppo spesso chi testimonia, con le parole e soprattutto con la propria vita, il piano divino per il godimento del sesso viene accusato di sessuofobia, di omofobia e via di seguito. Ma dobbiamo tacere per questo? Qual è la testimonianza che il Signore ci chiama a rendere? Non ci rendiamo conto che disonorare l’istituto del matrimonio equivale a disonorare colui che lo ha così progettato fin dalla creazione dell’uomo?
La potenza dell’Evangelo a Corinto aveva operato in modo tale che “adùlteri, effeminati, sodomiti” erano stati “lavati… santificati… giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1Co 6:9-11). Quella potenza è forse oggi venuta meno? È forse cambiata la strategia di Dio che desidera intervenire nella vita dell’uomo peccatore per purificarlo in Cristo dai suoi peccati e per donargli con il suo Spirito la forza per esserne separato per sempre e, quindi, per “non peccare più”? Non abbiamo timore ad andare controcorrente:
onorare Dio significa tenere in onore ciò che egli desidera che sia onorato!