Non siamo tornati al medioevo ma gli estremismi fanatici di certi movimenti “religiosi” fanno pensare talvolta ad un ritorno al passato, ad una riproposizione della distinzione fra “fedeli” e “infedeli”.
La storia di Giuseppe, sposo di Maria e padre adottivo del Signore Gesù, è riportata nel Vangelo di Matteo per offrirci l’esempio di un uomo che, ascoltando la Parola rivoltagli da Dio e sottomettendosi ad essa, visse il passaggio da una situazione di tristezza e perplessità ad una di gioia e di certezze. Anche noi possiamo incontrare nel nostro cammino situazioni nelle quali Dio ci sorprende, ma nelle quali ci indica anche la soluzione per uscire dalle nostre perplessità e dalle nostre tristezze.
L’Assemblea dei Soci dell’Opera delle Chiese Cristiane dei Fratelli, svoltasi a Poggio Ubertini (FI) sabato 4 ottobre u.s. ha sanzionato, dopo diciotto anni, la conclusione del servizio come presidente del fratello Daniele Moretti, giunto alla scadenza del suo quarto mandato. A sostituirlo i Soci hanno chiamato il fratello Giosuè Papagna, già da tempo consigliere, poi vicepresidente e prezioso collaboratore dell’Opera.
I cristiani che vivevano ad Efeso erano chiamati a confrontarsi ogni giorno con un ambiente pagano e moralmente corrotto. Per questo motivo lo Spirito Santo guida l’apostolo Paolo a dare loro indicazioni precise sul linguaggio da usare e sul comportamento da tenere nelle diverse sfere della vita. Queste indicazioni hanno valore anche per noi oggi oppure possiamo ritenerle superate?
Come rispondere a chi considera in contraddizione l’indicazione data da Gesù per il momento del battesimo (“nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”) con i tanti battesimi che ci vengono raccontati nel libro degli Atti e nei quali si fa esclusivo riferimento al nome di Gesù? Come devono comportarci oggi le chiese locali nel battezzare i nuovi convertiti?
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