Ultimamente, nel confronto con il mondo musulmano, si tende a rimarcare le somiglianze piuttosto che le differenze. E se i credenti in Cristo non sono preparati, possono essere erroneamente influenzati e confusi.
Infatti, mai come prima si sono moltiplicate le iniziative e le proposte per facilitare l’incontro tra le tre fedi monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islamismo).
La Chiesa cattolica si distingue in questo “avvicinamento” insieme a certi missionari evangelici recentemente giunti dall’estero in Italia che attribuiscono ai musulmani almeno tre convinzioni a loro giudizio positive:
1. Renderebbero il loro culto allo stesso Dio del Cristianesimo.
2. Riconoscerebbero un “comune patrimonio spirituale” in Abramo con il cristianesimo, grazie a Ismaele.
3. Accetterebbero di inserire l’islam fra le tre grandi religioni monoteiste.
La conclusione è che i punti in comune sarebbero così evidenti da rendere inopportuna qualsiasi iniziative evangelistica nei confronti del mondo musulmano.
Le false nozioni, che si vanno oggi diffondendo, devono essere esaminate con attenzione per non correre il rischio di essere condotti fuori strada.
L’Abramo “islamico”
Si sente spesso dire che la figura biblica che unisce più di tutte il cristianesimo con l’islam è quella di Abramo. I musulmani sono fieri di spiegare che, traendo le loro origini da Abramo, ne seguono le tradizioni; in virtù di questa affermazione ritengono di avere il monopolio della verità. Da qui la convinzione secondo la quale il Corano avrebbe sostituito la Bibbia.
Precisiamo che Abramo si fece circoncidere in risposta al comando di YHWH (Io sono). Contrariamente a quello che molti potrebbero essere indotti oggi a pensare, non sono certamente i musulmani ad aver introdotto questa pratica come segno esteriore del patto di appartenenza al Dio del suo popolo.
“«A te (Abramo) e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio». Poi Dio disse ad Abramo: «Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso. Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi.” (Ge 17:8-11).
Una sola progenie
Gli Ebrei sono stati i primi e gli unici! Infatti dal testo biblico emerge che YHWH sta parlando di un’unica progenie e non di altre progenie. È risaputo che da Abramo sono scaturite tre progenie: dalla concubina Agar e dalle due mogli legittime: Sara e Chetura (quest’ultima legittimamente sposata dopo che egli rimase vedovo di Sara).
Ci chiediamo quindi perché Dio stia parlando di una sola progenie in particolare piuttosto che di “alcune”?
YHWH preannunciò il figlio della promessa (in Isacco) dal quale avrebbe tratto l’unica progenie del popolo eletto: quello ebraico.
YHWH comandò alla progenie di Abramo, in Isacco e Giacobbe, di aderire al Patto stipulato con Dio, poi più tardi riconfermato a Davide.
Ciò significa che YHWH, per la grazia concessa in Abramo, estese l’aderenza al Patto anche agli stranieri, ovvero “agli incirconcisi di cuore e di carne”.
Anche i Cristiani hanno tratto gli esempi di fede di Abramo. Infatti, benedicendolo, YHWH lo ha fatto divenire il punto di riferimento per tutte le generazioni a lui successive, provenienti da Isacco e Giacobbe suoi discendenti.
Il Messia, Yeshua (YHWH salva) discenderà proprio dalla progenie di Isacco e Giacobbe.
Storicamente, il mondo islamico si è radicato molti secoli dopo, ma non perché i musulmani si siano sottoposti alla Parola di YHWH, bensì per la propria iniziativa che li ha portati a fare continuo riferimento ad un dio estraneo alla rivelazione biblica.
Gli Arabi discendono
veramente da Ismaele?
YHWH fece quindi un patto con Abramo e verso la sua discendenza, che confermò poi attraverso Isacco e Giacobbe, ma promise che avrebbe comunque benedetto anche Ismaele perché figlio di Abramo, e che sarebbe diventato fondatore di un vasto popolo. A questo punto molti attribuiscono un assioma, in buona fede, cioè che tale promessa si sia adempiuta suscitando da Ismaele il grande popolo Arabo. Come La Bibbia dimostra, però, gli Arabi non sono discendenti né di Ismaele né di Abramo. Dalla Bibbia, cronologicamente, si apprende che sia Abramo e sia Ismaele sono nati qualche centinaio di anni dopo gli Arabi. Gli Arabi sono discendenti di Joctan (Ge 10:26).
L’ambiguità è evidente perché, se gli Arabi fossero davvero discendenti di Abramo, ciò implicherebbe una sorta di legittimazione ineluttabile dell’Islam in quanto potrebbe essere considerata come una religione ispirata dallo stesso Dio che nella Bibbia parlò ad Abramo.
Se davvero le cose stessero così, come l’Islam tenta di far credere e come tanti cristiani superficialmente pensano, dovremmo parlare di due patti divini anziché di uno soltanto e, di conseguenza, anche di due progenie…e non di una sola (Ge 17:8-11). Che confusione!
Spesso si sente dire che l’Islam riconosce i profeti biblici della tradizione ebraica, compresa anche la figura di Gesù. L’Abramo in versione islamica è presentato come il prototipo del “sottomesso ad Allah” (=musulmano) perché avrebbe professato un monoteismo rigidamente indivisibile, rappresentato da una incondizionata sottomissione all’Allah del Corano:
“Io, in verità, volgo il viso verso colui che ha creato i cieli e la terra, da monoteista (hanif), e non sono politeista” (Corano 6:79).
Ancora: si sente spesso dire che Abramo è il padre delle tre fedi monoteistiche.
Ciò equivarrebbe ad affermare che noi cristiani e i musulmani abbiamo la stessa fede riposta nel Dio rivelatosi ad Abramo, ragion per cui adoreremmo tutti lo stesso Dio/Allah.
Che confusione!
Questo è un concetto chiave dell’attuale “dialogo” con l’islam, concetto però del tutto insostenibile per l’Islam stesso, per il semplice motivo che l’Abramo che troviamo descritto nel Corano non corrisponde affatto all’Abramo storico della Bibbia. Si legge, a questo proposito, nel Corano:
“O gente del Libro [ebrei e cristiani], perché disputate riguardo ad Abramo, mentre il Pentateuco e il Vangelo non sono stati fatti scendere se non dopo di lui? Non comprenderete dunque mai la verità? Abramo non era giudeo né cristiano: era bensì musulmano e non era politeista” (Corano 3, 67).
Ancora nel Corano:
“(Voi Gente del Libro) non adorate all’infuori di lui altro che nomi che voi e i vostri avi avete inventato e a proposito dei quali Allah non ha fatto scendere nessuna prova. In verità il giudizio appartiene solo ad Allah. Egli vi ha ordinato di non adorare altri che lui. Questa è la religione immutabile, eppure la maggior parte degli uomini lo ignora” (Corano 12:40).
Dalle sure riportate Abramo risulta essere progenitore soltanto dei musulmani, mentre è del tutto disconosciuto quale progenitore della fede degli Ebrei e quale “padre nella fede” anche dai cristiani!
Gesù/Yeshua o Isa
Si sente spesso dire che il Corano attribuisce a Isa (Gesù) e a Maria Vergine una posizione straordinaria. Il corano, benché non riconosca in Gesù il Dio fattosi uomo, lo accetta tuttavia come profeta. Riconosce la Vergine, Maria, che per questo talvolta pure “i musulmani invocano con devozione” (come la stessa chiesa cattolica riconosce compiaciuta nella dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”, 3.1).
Isa, figlio di Maria (Isa ibn Mariam) secondo quanto insegna il Corano non sarebbe morto crocifisso, ma Allah lo avrebbe elevato in cielo vivo mentre avrebbe fatto crocifiggere un malcapitato al suo posto.
I musulmani credono nel giorno del giudizio, ma credono che Isa tornerà sulla terra per condannare i cristiani, combattere l’Anticristo e per affermare il trionfo dell’Islam, unica religione; in ciò non vedono alcuna contraddizione.
Inoltre, sempre secondo il Corano, i cristiani sarebbero politeisti. A loro infatti Maometto addebita l’eresia di credere in una triade (Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo). Per questo motivo i cristiani ancora oggi vengono messi sullo stesso piano dei pagani politeisti.
Le fonti da cui Maometto può aver largamente udito informazioni imprecise su Gesù e Maria, provengono dai racconti e dalle leggende popolari diffuse nel suo tempo e raccolte anche nei vangeli apocrifi, come il Proto-Evangelo di Giacomo e soprattutto il Vangelo di Tommaso.
Il Gesù “islamico”
A proposito di “Isa, figlio di Maria”, l’Islam afferma quindi che egli è solo un profeta, ma pur sempre e soltanto un uomo (una creatura di Allah). Egli non è Dio fattosi uomo né Figlio di Dio, un Cristo che fa miracoli, ma non muore in croce, sostituito da un sosia.
Questo Gesù/Isa rivelato nel Corano, sarebbe il precursore del profeta dell’Islam, Maometto. Addirittura sarebbe stato preannunciato come leggiamo nel Vangelo di Giovanni nei capitoli da 14 a 16. Il parakletos, il Consolatore, annunciato da Gesù, altri non sarebbe che lo stesso Maometto.
Quindi il Gesù islamico, di nome Isa, non ha nulla a che vedere con il vero Gesù/Yeshua dei Vangeli. È invece un falso Gesù dei Vangeli apocrifi; un impostore!
Le informazioni del Corano relative alla “cristologia” giungono a conclusioni che sono in evidente contraddizione con la rivelazione storica di Gesù che troviamo nei Vangeli, ma anche nell’intera Bibbia.
Vediamone alcune:
1. I musulmani non credono affatto nella divinità di Gesù, per loro confessare la sua divinità equivale a bestemmiare.
2. Sempre secondo il Corano, Isa/Gesù si trova presso Allah e nel Giorno del Giudizio tornerà sulla terra a rendere testimonianza a Maometto, convertirà tutto il mondo all’Islamismo condannando all’eterna perdizione i cristiani, per averlo adorato come Figlio di Dio!
3. Il Corano non dà nessuna spiegazione in merito al significato della nascita verginale di Gesù da Maria. Non parla neppure dell’entrata del peccato originale nel mondo, partendo da Adamo ed Eva.
Noi sappiamo dalla Bibbia e crediamo che Gesù è nato in modo unico. La sua nascita verginale lo protesse dall’essere coinvolto dal peccato originale di Adamo ed Eva.
In quale modo? Mentre Adamo è stato creato da Dio, modellato dalla terra, diventando poi “anima vivente” attraverso il soffio di Dio, Cristo è nato dalla vergine Maria, mediante il concepimento dallo Spirito Santo. Una volta tentato, non ha peccato. Cristo non ha mai commesso peccato. Quindi è unica la sua nascita, come è unica l’assenza di qualsiasi traccia di peccato in lui.
La potenza dello Spirito Santo, come è noto, fece sì che il bambino si formasse nel seno della vergine Maria. Grazie soltanto alla nascita verginale, Gesù Cristo è stato protetto dall’eredità del peccato originale, che tutti noi abbiamo invece ereditato dai nostri genitori.
È possibile pregare con i musulmani?
Di recente si sente suggerire, anche da parte di alcuni esponenti “evangelici”, di pregare insieme con i musulmani; altri “evangelici” si sono spinti fino ad invitarli nelle loro sale di culto addirittura invitandoli a presentare un sermone islamico dal pulpito; altri ancora, si sono resi disponibili ad offrire i locali di culto per agevolare i musulmani a svolgere le loro preghiere nel periodo di ramadan, nei casi in cui mancavano loro spazi pubblici.
C’è però un problema…
È arcinoto che i musulmani pregano Allah cinque volte al giorno. La prima Sura del Corano (“Apertura”) recitata come preghiera liturgica di apertura del culto islamico (salat) è assolutamente obbligatoria, la quale recita:
“1. Nel nome di Dio, il compassionevole, il misericordioso. 2. Sia lodato Dio, il Signore dei mondi, 3. il compassionevole e misericordioso, 4. Re del giorno del giudizio. 5. Te adoriamo, te chiamiamo in aiuto. 6. Guidaci alla diritta via, 7. la via di quelli che hai colmato di grazia, non quelli che ti fanno adirare, non quelli che errano”.
Secondo la più nota esegesi islamica si ritiene che “quelli che ti fanno adirare”, indicati nelle parole contenute nel versetto 7, sono gli Ebrei come “maledetti da Allah”; mentre “quelli che errano” sono i Cristiani, tacciati quali “sviati”.
Con questi presupposti della preghiera di “Apertura”, nella prima sura del Corano, pregare con i musulmani è assurdo e insostenibile, sia da parte degli islamici (perché dovrebbero pregare con gli “sviati” cristiani?) e, ovviamente, anche da parte dei cristiani.
Anche il concedere gentilmente luoghi di culto dei cristiani ai musulmani, equivale a creare un clima di confusione del quale tanti responsabili “evangelici” così disponibili non si rendono conto, soprattutto per mancanza di informazione e di discernimento.
Conclusione
L’Islam è una religione esclusivista, come abbiamo fin qui considerato. Al contrario la chiesa cattolica e purtroppo anche alcuni “evangelici” hanno posizioni inclusiviste e pluraliste, non rendendosi conto che il Corano stesso esclude sul nascere ogni forma di “ecumenismo” e di dialogo quando afferma che:
1. Il Giudaismo e il Cristianesimo sono “fedi” che fanno adirare Allah e che errano.
2. Abramo non è il padre delle tre fedi monoteiste.
3. Oltre l’Islam non esiste alcuna fede che possa essere fatta risalire ad Abramo.
Sempre secondo il Corano, Abramo avrebbe creduto in un dio che non corrisponde per nulla al Dio (YHWH) del Patto dell’Antica Alleanza. Ciò si evince quando i dati tratti dai versetti coranici (3:67; 12:40), per costruire la figura di Abramo quale prototipo del “musulmano”, di fatto escludono a priori Antico e Nuovo Testamento dalla Rivelazione e cancellano Giudei e Cristiani come destinatari delle promesse in Abramo.
Nel Corano “chi vuole una religione diversa dall’Islam, il suo culto non sarà accettato” (Cora-
no 5:3).
È quindi fuori di dubbio, come ho cercato fin qui di spiegare, che secondo il Corano l’Islam è una religione del tutto divergente dall’Ebraismo e dal Cristianesimo. Non rientra quindi fra le tre fedi, è del tutto estranea alla rivelazione biblica e non ha nulla in comune con il Dio (YHWH) della Bibbia. YHWH quindi non può essere identificato e neppure paragonato con Allah: fra le due figure non c’è nessun punto di contatto.
Poiché il Figlio di Dio è già venuto tra noi quale portatore di eterna salvezza, dalla sua venuta in poi non c’è bisogno di un’altra religione che porti nuove presunte rivelazioni o che aggiunga nuove rivelazioni alla Scrittura divina una volta per sempre già definita.
Anche il concetto cristiano della posizione paterna di Dio, condivisa in parte dal Giudaismo, è percepito dai musulmani come blasfemo, perché incrinerebbe l’unicità assoluta di Allah.
“Tuttavia, tu sei nostro padre; poiché Abramo non sa chi siamo, e Israele non ci riconosce. Tu, o Signore, sei nostro padre, il tuo nome, in ogni tempo, è Salvatore nostro” (Is 63:16).
A questa situazione si potrebbero ben applicare le parole scritte ai Galati dall’apostolo Paolo, quando denunciò come “anàtema” chi si rendeva protagonista della diffusione di “un altro vangelo” e di “un altro Gesù”.
La cristologia dell’Islam è in realtà un falso modello che il Corano presenta, disconoscendo e rovesciando di fatto il piano di salvezza dell’unico Signore e Salvatore, Yeshua!
Ripeto: Maometto negò alcuni fattori essenziali della vita di Gesù/Yeshua. Il Corano sostiene la nascita di un qualche Cristo da una vergine (una Maria, che altrove il Corano afferma che è la sorella di Aaronne) ma nega che egli fu concepito dallo Spirito Santo o ignora la ragione della sua nascita verginale.
La lettura del Corano distrugge sul nascere la possibilità di qualsiasi dialogo con il cristianesimo. Quando ci capiterà di ascoltare affermazioni di apertura verso il mondo musulmano da parte di cattolici ma anche di “evangelici,” chiediamo loro di mostrarci quali basi bibliche ha questa loro apertura.