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Alcune informazioni

 

Il nome dello Stato è ufficialmente il Regno del Bhutan.

Confina con due colossi, la Cina e l’India, rispettivamente a nord e a sud, e poi con il Nepal e il Bangladesh. Parte della catena dell’Himalaya si trova in Bhutan e questa è la ragione per cui il territorio, comunque non vasto, è scarsamente abitatoinfatti la popolazione  (tibetano-himalayana) non raggiunge il milione di abitanti.

La capitale, Thimpu, che è anche la città più popolosa, è abitata solo da poco più di 75.000 abitanti. Pur essendo una nazione piccola, priva di particolari risorse naturali, ha tuttavia registrato una crescita economica notevole grazie alla vendita di energia elettrica dalla potente centrale di Tala.

 

Le stime parlano, in questi anni, del Bhutan come della seconda nazione al mondo in fatto di crescita. Per menzionare due caratteristiche di questo Paese: la prima è la produzione di vestiti, diversi dei quali tipo kimono, molto belli e variopinti; la seconda ha a che fare con l’eredità. Nelle famiglie di solito l’eredità passa alle figlie e non ai figli maschi. Le figlie ereditano la casa dei loro genitori. Ci si aspetta che un uomo si faccia strada da solo e sovente, sposandosi, si reca nella casa di sua moglie. Per menzionare uno degli aspetti positivi di questo Paese, dobbiamo dire che il Bhutan è stata la prima nazione al mondo a bandire il fumo in pubblico, atto considerato illegale come quello della vendita di sigarette. Chi infrange questa legge deve pagare una multa di 232$ o più, cifra che equivale a più di due mesi di salario!

 

 

Aspetti religiosi

 

Tutti i dettagli della vita sono pesantemente sotto l’influenza religiosa.

La religione dominante è il Buddismo con circa il 75%, seguito dall’Induismo con il 22%. Insieme alla Mongolia, il Bhutan è una delle due nazioni in cui la setta buddista tantrista o vajarayana è quella dominante. Il tantrismo (dalla parola sanscrita tantra, che indica la trama di un tessuto e, in senso lato, una dottrina, una regola) è chiamato anche la via del vajrayana o il “veicolo di diamante”.

È il punto di arrivo di una corrente filosofica e religiosa che sorse all’interno dell’Induismo nel nord dell’India verso il VI secolo, e si sviluppò nel Buddismo mahayana, per fiorire poi in Tibet a partire dall’VIII secolo. Il suo scopo, come quello di tutti i rami del buddismo, è “l’illuminazione”.

 

Una pratica interessante dei cristiani bhutanesi è quella di darsi un nome nuovo dal momento in cui, dopo la conversione, rendono pubblica testimonianza con il battesimo. La ragione di questo è presto detta. Non sono i genitori che danno il nome ai loro bambini al momento della loro nascita ma è l’astrologo buddista tantrico che, dopo aver controllato i segni del cielo, sceglie un nome favorevole da dare loro. Questi nomi hanno un enorme significato spirituale. E questo è il motivo per cui i cristiani cambiano nome.

Di solito prendono un nome biblico e questo lo fanno come una testimonianza molto chiara di abbandono del loro passato e di netta separazione da esso. Probabilmente è in questa pratica molto forte che si vede la ragione per cui il governo ha preso posizione contro i cristiani agli inizi degli anni 2000 quando ha denunciato che “I cristiani agiscono in modo diverso”.

 

Tutti i cristiani bhutanesi sono alla prima generazione e la maggior parte è diventata cristiana grazie alla testimonianza dei propri connazionali. Per lo più sono giovani anche nell’età oltre che, tutti, nella fede. Coloro che sono in una posizione di responsabilità non sono, ovviamente, sufficientemente radicati nella conoscenza delle Scritture.

Molti che viaggiano all’estero, soprattutto per lavoro, approfittano per istruirsi e formarsi biblicamente partecipando a seminari e conferenze organizzate da diverse opere missionarie che operano in quelle nazioni asiatiche.

 

La maggioranza delle 24 lingue sono indigene. La lingua ufficiale è lo dzonghka e il Nuovo Testamento è stato tradotto in questa lingua come anche il film “Jesus” e alcuni programmi radiofonici. Dopo un periodo di totale chiusura al Vangelo tra il 1965 e il ‘90 si è avuto un momento di minore tensione. Dal ‘90, invece, sono aumentate le restrizioni.

Ad esempio, i cristiani non hanno la libertà religiosa, il proselitismo e l’incitamento alla conversione sono illegali ed esiste la persecuzione portata avanti in vari modi. La costruzione dei locali di culto è proibita, se non in casi eccezionali. Chi si converte perde alcuni benefici sociali come la possibilità di studiare gratuitamente presso le scuole statali.

 

 

L’opera delle Assemblee

 

Attualmente nel Bhutan ci sono tre assemblee. Tutto è nato quando il Signore ha chiamato Santosh e Serisha (marito e moglie) dell’assemblea di Sironcha (nel nord dell’India) all’opera missionaria in questa nazione.

 

Vi sono giunti nel gennaio del 2005, raccomandati dalla loro assemblea. Sono stati i primi missionari stranieri delle Assemblee a essere inviati nel Bhutan e a partire per fede. Sono arrivati in una zona al confine con l’India in un periodo molto difficile e con molte restrizioni religiose. Infatti era proibito divulgare il Vangelo e non si poteva rimanere lì come missionari.

Santosh e sua moglie allora hanno deciso di vivere sul confine in una zona franca nella “terra di nessuno” non appartenente né al Bhutan né all’India.

Si tratta di una zona di mercato per i Bhutanesi. Ovviamente migliaia di bhutanesi si recavano in un posto come questo per i loro acquisti di vario genere.

 

I nostri missionari hanno quindi cominciato con l’affittare una casa, dopo di che hanno iniziato ad imparare la lingua dei Bhutanesi, i loro costumi e la loro visione del mondo e della vita. Nell’arco di due anni si sono fatti un’idea abbastanza chiara degli uni e hanno imparato abbastanza bene l’altra.

Già in questo periodo, e soprattutto da quel momento in poi, hanno cominciato a raggiungere le persone con l’amore di Cristo. In un breve arco di tempo il Signore ha iniziato la sua opera e alcune persone si sono convertite nel sud del Bhutan.

 

Pur in mezzo a tanta opposizione, egli ha chiamato altre persone a servirlo in un modo speciale in questa nazione. Infatti, dopo alcuni anni, alcuni fratelli indiani hanno sentito di questo lavoro e hanno cominciato a pregare affinché il Signore della messe inviasse ulteriori operai. Tra il 2011-’12 altri quattro missionari sono arrivati dall’India: due per lavorare a pieno tempo e due part-time.

Il lavoro sta procedendo bene e, per la grazia di Dio, egli ha chiamato anche due Bhutanesi a servirlo a pieno tempo. In questo periodo stanno acquisendo una formazione biblica presso una Scuola biblica nel sud dell’India.

 

A parte i fratelli indiani di cui ho parlato, non ci sono altri missionari stranieri delle Assemblee. In effetti è molto difficile, soprattutto per gli stranieri occidentali, ottenere un visto di soggiorno come missionari, mentre per gli Indiani è stato più facile. E poi, oggigiorno, per chi vuole ottenere un visto per un mese (un qualsiasi turista) deve pagare 250 dollari al giorno (anche se questa cifra include i costi dei viaggi, vitto e alloggio)!

 

L’opera sta progredendo in tre zone.

Il fratello Santosh e la moglie stanno continuando a lavorare nel sud del Bhutan.

Un missionario sta lavorando nella parte orientale e gli altri due si stanno concentrando in quelle centrale e occidentale. La vita è dura per i neo credenti. I loro familiari e la comunità della loro città o del loro villaggio li scomunicano. Alcune volte sono privati anche di alcuni diritti e non possono fare, ad esempio, una carriera nel mondo lavorativo statale.

A parte i credenti che si radunano nelle tre assemblee, gli altri sono sparsi qua e là in diverse zone del Paese. È molto difficile per loro incontrarsi a causa dei mezzi di trasporto molto carenti.

 

Il numero dei credenti delle tre assemblee, che sono nate da pochissimo tempo, va dagli 8 ai 15 membri (senza contare ovviamente i bambini, i ragazzi, i giovani non in comunione e i “simpatizzanti”).

 

Il numero dipende anche dall’ubicazione dell’assemblea: se è in un villaggio o in una città. Generalmente le persone che abitano nei paesi o nei villaggi sono più timide e, in qualche caso, sono titubanti nel testimoniare di Cristo. E qualche volta temono che le autorità vengano a saperlo con tutte le conseguenze del caso.

Di solito i capi dei villaggi, che corrispondono ai nostri sindaci, danno loro un forte “giro di vite”.

 

Nelle città le persone si sentono più libere, conoscono i loro diritti e la Costituzione che afferma che le persone hanno libertà di parola, di professare la loro religione e libertà di coscienza. I cittadini sono più aperti e coraggiosi, ma il materialismo e il nominalismo la fanno da padroni.

I giovani studenti universitari sono attratti dal Vangelo quando viene presentato loro. Alcuni di loro vanno a studiare all’estero: in India, a Bangkok (la capitale della Tailandia), negli Stati Uniti. Molti di loro sono venuti in contatto con i credenti e alcuni hanno accettato il Signore durante la loro permanenza all’estero. Questo è molto positivo.

Tuttavia dobbiamo anche registrare che molta gioventù è dedita alla droga, all’alcool, alle risse, eccetera.

 

Alcuni tra i problemi che le giovani e poche assemblee del Bhutan stanno affrontando sono:

 

1. Nonostante quel che afferma la Costituzione, le persone non possono beneficiare dei diritti che pure essa prevede. Ci vorranno probabilmente degli anni prima che questo avvenga.

 

2. Non è ancora permessa la distribuzione di opuscoli nelle strade né tantomeno la predicazione all’aperto e la costruzione ufficiale dei locali di culto.

3. Le giovani chiese non hanno ancora le possibilità di sostenere finanziariamente gli evangelisti bhutanesi o qualsiasi altro servitore a “pieno tempo”.

 

4. La questione della poligamia.

 

All’interno del Bhutan non si possono esercitare attività a pieno titolo. Per questo motivo il Signore ha guidato i missionari e i pochi fratelli responsabili nel dare inizio a un piccolo Centro di formazione biblica, nella “terra di nessuno”, per formare i credenti locali e i giovani in modo tale da metterli in grado di raggiungere i loro connazionali.

Visto che questo lavoro è risultato molto efficace e fruttuoso, in un secondo tempo hanno iniziato un vero e proprio Centro di Formazione biblica in cui vengono offerti due tipi di formazione: della durata di un mese e di sei mesi. Entrambi sono molto efficaci e raggiungono molti credenti. Fino ad ora sono stati quarantanove, per la maggior parte Bhutanesi ma anche Indiani, coloro che hanno seguito questo programma formativo.

 

Anche se non è molto praticata, la poligamia è comunque accettata, molte volte, come espediente per mantenere l’unità familiare piuttosto che spezzarla.

Il re precedente all’attuale, che ha abdicato nel 2006, aveva quattro regine, tutte quante sorelle! Quando i missionari indiani sono arrivati nel Bhutan, hanno notato che il problema della poligamia era più esteso di quanto si potesse pensare e che, a causa di questa odiosa pratica, i bambini non ricevevano cure adeguate.

 

Hanno pregato per sei anni con il desiderio di fare qualcosa per loro. Finalmente nel 2014 il Signore ha permesso di iniziare un’opera che hanno chiamato “La casa dei Fanciulli” per orfani, semi-orfani e bambini poveri.

Attualmente ne sono ospitati quindici che vengono curati con tanto amore sotto tutti gli aspetti, da quello materiale a quello fisico a quello morale e spirituale.

 

Un altro ministero nel quale questi missionari si sono sentiti coinvolti è stato quello della traduzione di buona letteratura nelle diverse lingue del Bhutan. Fra gli altri hanno tradotto nella lingua ufficiale il corso per corrispondenza Emmaus “Ciò che la Bibbia insegna”. Sono ben sessantanove le persone che stanno studiando per corrispondenza. Il Signore benedirà grandemente lo studio della sua Parola.

 

 

Richieste di preghiera

 

Il fondatore dell’opera ci lascia alcune richieste, alle quali aggiungo io la prima.

Preghiamo:

•  affinché, nonostante le tante restrizioni, il numero dei credenti bhutanesi cresca e le Assemblee possano consolidarsi;

•  affinché possa essere acquistato un terreno per costruire un edificio stabile sia per la Scuola biblica sia per l’Orfanotrofio e venga concesso il permesso;

•  per la piccola, ma importante funzione della Scuola biblica;

•  per l’Orfanotrofio e i quindici bambini ospitati;

•  affinché il Signore susciti degli evangelisti e dei pastori-dottori tra i credenti bhutanesi.