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Archivi Annuali: 2016
Qualche settimana fa è stata approvata definitivamente la legge che consente alle coppie omosessuali e alla coppie eterosessuali conviventi ma non sposate di veder riconosciuta legal mente la loro relazione e di acquisire, di conseguenza, alcuni diritti cosiddetti “civili”.
Nella rivelazione che Dio fa di se stesso attraverso le pagine della Bibbia ci parla in modo particolare del suo amore per l’uomo peccatore, ma ci parla anche del suo odio verso il peccato e del suo avere in abominio chi lo commette: come sono conciliabili queste due realtà? Cioè come è possibile nella stessa persona di Dio la coesistenza di amore (“Dio è... Amore”!!) e di odio e ira?
Come mai fra le qualifiche richieste agli anziani delle chiese locali spicca quella che richie de loro una buona gestione del proprio nucleo familiare e, in particolare, dei figli? Oltre quella, che comunemente definiamo “carnale”, esiste un’altra paternità che possiamo definire “spirituale”: quale è il valore di questa seconda paternità? Quali insegnamenti possiamo raccogliere dall’esempio biblico per eccellenza di paternità spirituale: quello vissuto dall’apostolo Paolo con il suo “diletto figlio” Timoteo?
Abbiamo mai pensato che il tipo di lavoro che svolgiamo e soprattutto il modo con il quale lo viviamo in ogni giornata condizionano molto il cammino della propria fami glia e l’armonia della vita familiare? Quali sono le priorità giuste che Dio ci indica per orientare e determinare le nostre scelte? Quale chiave ci viene indicata dalla Parola di Dio per essere appagati e soddisfatti sul lavoro e, di conseguenza, anche in famiglia?
Quali sono gli elementi di continuità e quali quelli di discontinuità che emergono, nel la storia della Chiesa degli inizi, fra giudaismo e cristianesimo? Quali avvenimenti determinano, oltre alla discontinuità, una vera e propria rottura? A chi possiamo oggettivamente attribuire la responsabilità di questa rottura sulla base delle testi monianze storiche raccolte e raccontate da Luca?
Quali sono stati i due obiettivi principali della morte di Cristo sulla croce? Perché possiamo legittimamente affermare che Dio è stato grande in amore nei confronti dell’uomo peccatore? È vero che l’opera di Cristo è perfettamente sufficiente per liberarci per sempre da ogni iniquità? In quale modo quest’opera può continuare ad operare in noi nel nostro cammino di ogni giorno? Perché e in quale modo siamo chiamati a testimoniare nella vita pratica di essere stati salvati davvero in Cristo?
Quali cambiamenti drammatici, frutto del giudizi di Dio, ha conosciuto l’uomo dopo la sua caduta? In quali modi questi cambiamenti hanno modificato anche il suo rapporto con il lavoro ed il suo rapporto con gli altri suoi simili all’interno delle attività lavorative? Quali risposte a queste domande riceviamo dalla Parola di Dio? Queste risposte sono ancora compatibili con la realtà del mondo del lavoro di oggi?
Quale significato hanno per noi oggi le numerose prescrizioni, relative al culto ed ai sacrifici, contenute nel libro del Levitico? Attraverso di esse quali insegnamenti Dio voleva trasmettere al suo popolo in merito alla relazione che doveva vivere quotidianamente con lui? Oltre che prepararci alla comprensione del sacrificio perfetto di Cristo, quali altri obiettivi possono realizzare questi insegnamenti nella nostra vita?