ESPERIENZA BENEDETTA
Il Convegno Giovanile, che ha avuto luogo dal 3 al 12 Settembre, fa già parte delle cose passate, ma penso che i giorni trascorsi insieme, sotto lo sguardo del Signore, non saranno presto dimenticati.
Siamo stati grandemente benedetti ed il risultato ha oltrepassato le nostre aspettative. Ne siamo profondamente grati al nostro Dio e Padre e al nostro Signore Gesù, al quale ne sia tutta la gloria.
Il progetto di avere un raduno giovanile fu molto discusso ed i pareri non erano tutti favorevoli. Noi stessi eravamo, in principio, un po’ perplessi; ma ci schierammo poi dalla parte dei promotori, confidando nell’aiuto di Dio e non siamo stati delusi. L’ordine e la serietà hanno regnato durante tutto il tempo, nessuna nota stonata si è fatta sentire, tutti eravamo desiderosi di piacere al Signore.
I tre soggetti di studio indicati sul programma sono stati seguiti con vero interesse spirituale da tutti i partecipanti. Parecchi giovani hanno dato dei messaggi al principio delle radunanze di preghiera e nello studio sullo Spirito Santo.
Quest’attività sarà certamente continuata nelle singole Assemblee nell’umiltà e nell’amore fraterno. Ogni sera è stato predicato l’Evangelo agli amici venuti dai dintorni e siamo persuasi che la semenza divina sia caduta in buon terreno, sì da portare frutti in molti cuori. In questa occasione hanno reso la testimonianza del Battesimo i seguenti giovani: Camattini Franca di Parma; Andreattini Beatrice di Pesaro; Gabriele e Dario Bottazzi di Genova.
Ringraziamo molto i fratelli P. Gadina e dott. R. Pache, venuti dalla Svizzera, per il contributo dato coi loro messaggi edificanti ed istruttivi.
Non vogliamo dimenticare i giovani organizzatori i quali si sono molto prodigati, ed esprimiamo ad essi la nostra riconoscenza dicendo loro: “La vostra fatica non è stata vana nel Signore” (I Corinti 15/58).
Siamo altresì grati al Consiglio dell’Ente Morale di averci concesso di usufruire dei locali di Poggio Ubertini, adattandoli molto bene per lo scopo nostro. Non vogliamo dimenticare coloro che ebbero il carico della cucina, compreso il signor Fattore. A tutti diciamo grazie.
“A Dio sol savio, Salvator nostro, sia gloria e magnificenza, imperio e Podestà, ora e per tutti i secoli. Amen!”.
Cesare Ronco
(1881-1976)
da IL CRISTIANO
novembre 1948; pagg. 13 e 14
Un’altra parola sul primo Convegno Giovanile Evangelico di Studi Biblici
(POGGIO UBERTINI – 3-12 SETTEMBRE 1948)
La definizione data – da un giovane fratello – alla chiusura di questo Primo Convegno Giovanile: “FEDELTÀ DEL SIGNORE”, ritrae, puntualmente, le benedizioni, le esperienze ed i risultati concreti che si sono conseguiti. Questa la constatazione luminosamente e meravigliosamente evidente, direi tattile, tangibile, di tutti i convenuti.
Il Signore è stato fedele malgrado la nostra infedeltà: fedele nel dirigere i responsabili dell’organizzazione materiale per curare meticolosamente anche i dettagli; fedele nel darci attraverso un ministerio veramente benedetto del cibo spirituale sano e sostanzioso; fedele nell’operare nel cuore dei presenti – con potenza dello Spirito Santo – delle conversioni, delle consacrazioni ed un più sentito e profondo bisogno di santificazione espressa nell’esercizio dell’umiltà, della pratica costante della purità e della verità; fedele nel provvedere largamente i mezzi materiale necessari per tutte le esigenze di una famiglia di oltre cento persone; e, finalmente, fedele nel suo amore per noi e nell’amore fraterno che ha regnato sovrano e benedetto in tutti i cuori. Il bilancio è dunque attivo su tutti i settori. Questo sarà incitamento e sprone per proseguire questi Convegni, se il Signore non ritornerà prima. I frutti spirituali del Campeggio compensano largamente le fatiche dell’amore di parecchi credenti che si sono prodigati senza risparmio perché tutto proseguisse bene. Ciò riempie i nostri cuori di gioia e di riconoscenza al Signore. Ed un’altra nota non vogliamo trascurare: la confessione della nostra mancanza di fede nelle inesauribili possibilità del Signore la cui fedeltà ed amore verso di noi ci ha grandemente ma beneficamente umiliati.
Sei giovani hanno confessato di aver accettato il Signore Gesù Cristo come il loro personale Salvatore. E quattro di essi hanno voluto testimoniare pubblicamente della loro fede in Cristo, non solo con la parola, ma scendendo nelle acque del battesimo. Una signora del luogo ha confessato di aver realizzato per la fede personale in Cristo, la salvezza della propria anima.
La popolazione della zona, incuriosita dagli inni cantati da quella cara gioventù, e da parecchie testimonianze rese pubblicamente sulle piazze e nelle vie dei loro villaggi, è accorsa numerosa ogni sera, con evidente interesse, obbligandoci – con gioia e riconoscenza al Signore – di raddoppiare le radunanze di evangelizzazione, offrendoci così delle belle opportunità di gettare il seme dell’Evangelo nei cuori dei peccatori, nella certezza di raccoglierne il frutto “appresso”. Ci piace ricordare la decisione di continuare le radunanze di evangelizzazione ogni domenica sera, affinché ricordiamo questa nuova attività nelle nostre preghiere.
Siamo stati molto felici di godere la comunione con i rappresentanti della Nuova Zelanda – C.S. Davie; dell’Inghilterra – Osvaldo Galione; della Svizzera – Dr. Bornat e Signora; Sigg.ne Caillet, Violet e Racloz Edmond; senza contare i cari, ormai ben conosciuti ed apprezzati, Dr. Pace e Gadina.
L’Italia era ben rappresentata dal Piemonte alla Lucania. Avremmo gradito anche una rappresentanza della Sicilia. Speriamo d’averla l’anno prossimo, se piacerà al Signore.
Abbiamo iniziato questa breve cronaca ricordando una definizione che caratterizzò il Campeggio: FEDELTÀ DEL SIGNORE, e desideriamo concluderla con un altro motto che impegna ogni credente che ha realizzato e che realizza la fedeltà del Signore, eccolo: FEDELTÀ AL SIGNORE. Sia questa la nostra bandiera, il nostro motto di ogni giorno, in ogni tempo e in ogni circostanza, durante tutta la nostra vita. “Giovani, io vi scrivo, perché avete vinto il maligno”. “Non amate il mondo, né le cose che son del mondo; se alcuno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui… Ed il mondo e la sua concupiscenza passa via, ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno” (I Giov. 2/13, 17).
Abele Biginelli
(1908-1996)
da IL CRISTIANO
novembre 1948; pagg. 13 e 14
PER GLI STUDENTI
Cari giovani fratelli e giovani sorelle,
Ho avuto il piacere, in questa scorsa estate, di partecipare, in Svizzera, insieme ad altri giovani italiani, ad un grande convegno internazionale di studenti cristiani.
Eravamo in circa 450 e di 28 nazioni diverse: Australia, Madagascar, Nigeria, Palestina, Cina, Giamaica, Neozelanda, Stati Uniti, Canadà, Inghilterra ecc.
Il tema principale degli studi, durante il convegno, è stato: LA CROCE in tutta la Bibbia, nel vecchio Testamento, negli Evangeli sinottici, nell’Evangelo di Giovanni, nelle epistole di Paolo e nell’epistola agli Ebrei. È veramente meraviglioso vedere che l’argomento predominante in tutta la Bibbia è LA CROCE di Cristo, unico mezzo di Redenzione per tutti gli uomini.
Abbiamo passato dei momenti di comunione fraterna con quei giovani di tanti paesi diversi, rea-
lizzando che siamo tutti uno in Cristo, e la razza e la lingua, spiritualmente, non ci dividono affatto.
Tutti quegli studenti svolgono, ciascuno nella loro città, insieme ad altri giovani credenti ed in mezzo ai loro compagni di scuola che non sono ancora salvati, una bell’opera di Evangelizzazione che ha già portato molti frutti per la gloria del Signore.
Ogni credente deve sentire la responsabilità di testimoniare dell’opera che il Signore ha compiuto nel suo cuore e, come gli operai e gli impiegati credenti evangelizzano nelle officine e negli uffici, così anche gli studenti devono sentire il privilegio di portare fra i loro compagni di università o di liceo, la Buona Novella.
Mi direte subito, cari giovani, che questo lavoro è molto duro e difficile; io vi rispondo che sono d’accordo con voi, ma sono altresì certo che, se domandiamo per questo l’aiuto del Signore, Egli non ce lo negherà e così potremo lavorare non con la nostra poca forza, ma con la Sua forza.
Io penso che quest’attività potrà essere facilitata, se gli studenti credenti di una stessa città (anche se due soli) si uniranno insieme periodicamente per pregare il Signore, e poi incominciare a invitare, in queste loro riunioni, i loro compagni non credenti e quindi presentare loro le verità della Bibbia.
Certo, farete questo consigliandovi con i vostri fratelli anziani e domandando il loro aiuto. Sentirete così il privilegio e la gioia di fare qualche cosa, fin da giovani, per il Signore. A Genova, da un anno, abbiamo iniziato questo lavoro e, se anche abbiamo constatato quanto esso sia difficile per il razionalismo della maggior parte degli studenti, pure il Signore ci ha benedetti e ci ha fatto vedere che qualsiasi cosa che facciamo per Lui non va mai a vuoto.
Credo che sarà bene scambiarci le nostre esperienze, su questa attività, perché esse potranno esserci d’incoraggiamento reciproco. Con i migliori auguri nel Signore e restando unito a voi in preghiera, vi saluto fraternamente.
Giona Prencipe
(1920-1998)