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Soli no! Ma con gli altri è difficile!

Esiste qualcosa di più meraviglioso e complicato delle relazioni umane? Che ci riempiono di gioia e in un attimo di sconforto e di amarezza?

Esse sono una parte fondamentale della vita…

Così come la capacità di occuparsi della propria salute, di pensare con la propria testa, di decidere e creare, anche l’abilità di relazione con gli altri è una delle competenze umane fondamentali. Le relazioni sociali sono una colonna portante nella vita di tutti: il rapporto con i genitori, con il marito o con la moglie, gli amici e i colleghi sul posto di lavoro, definisce non solo l’equilibrio spirituale ma anche la realizzazione del carattere dello stesso individuo.

La comunicazione è alla base della natura umana e nessun uomo o donna è fatto per stare da solo.

Durante il corso dell’anno appena concluso sicuramente tutti abbiamo instaurato nuovi rapporti, ne abbiamo chiusi altri, che consideravamo solidi e inscindibili, ci siamo sentiti incompresi e forse a volte ci siamo comportati in modo non corretto nei confronti delle persone a noi care.

La vita è troppo breve per essere infelici, anche sul posto di lavoro. Quanti di noi possono affermare di provare felicità al lavoro? Non siamo forse sempre stressati, angosciati, arrabbiati, spaventati o annoiati? I capi che non ci rispettano, i colleghi che non sembrano condividere le nostre stesse emozioni, un ufficio troppo caotico, l’ingiustizia di alcune dinamiche gerarchiche… Ma poi ci diciamo: che importa? Non bisogna essere per forza felici sul lavoro, in fondo è solo lavoro.

Ma la verità è che nessuno vuole vivere così: essere felici in ufficio, o qualsiasi sia il posto di lavoro in cui trascorriamo circa otto ore al giorno, è importante tanto quanto essere felici nel tempo libero. Vita lavorativa e personale non sono poi così distanti.

Siamo sempre lì, vale per tutti: le relazioni sono difficili.

In famiglia, con superiori e colleghi, con gli amici, nella chiesa. Dove c’è l’UOMO c’è un problema.

“L’uomo non è un’isola”, è sua natura ricercare relazioni con gli altri, ma è spesso molto complicato avere a che fare con persone diverse da se stessi. Ci si può spesso scontrare per divergenze di opinione o interesse, e talvolta si rischia di mandare a rotoli un’amicizia, un amore, un buon rapporto lavorativo, o con parenti stretti che conosciamo da sempre, a causa di incomprensioni irrisolte.

Nulla di nuovo, già. E allora, che fare?

 

La causa e il Rimedio

“Poi udirono la voce di Dio il Signore, il quale camminava nel giardino sul far della sera…”

Genesi 3:8

Il Creatore di tutte le cose si relaziona con le sue creature, egli interagisce con loro in un equilibrio perfetto, in un’armonia perfetta, in una pace perfetta.

Ha creato l’uomo per amore, l’ha inserito in un giardino ricco di alberi “piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi”. Forse erano alberi verdi, lussureggianti con frutti colorati: belli a vedersi. Una vegetazione intorno rigogliosa, “un fiume usciva da Eden e si divideva in quattro bracci”. Una portata d’acqua notevole per potersi dividere in quattro. C’era vicino il paese dell’oro ma anche odore di resina profumata e intorno pietre di valore. EQUILIBRIO perfetto.

Le bestie mangiavano l’erba e le bacche, non c’erano pericoli, non c’era povertà, né fatica, né ingiustizia, né paura. Solo comunione intima con Dio.

Poi lo scenario cambia.

 

Il serpente stravolge le parole del Signore:


“Come!! Vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?!”
       

Ge 3:1

 

E allora qualcosa di molto speciale si interrompe e per sempre. Ora nel quadro si è inserito il peccato. Sono sopraggiunti il pericolo, la fatica, l’ingiustizia, la paura, la MORTE.

La relazione con il Creatore si è spezzata e così pure quella fra le due creature.

L’uomo rispose:

“La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero”

Ge 3:12

L’uomo non capì il privilegio di avere comunione con Dio, fine per il quale lui ci ha creati.

Tuttavia, l’Eterno si è impegnato per recuperare l’uomo dal suo stato di decadimento, conseguenza del suo fallimento, affinché potesse ritornare ad avere intima comunione con lui.

Nei tempi antichi Dio si limitò a fare dei patti e avere una comunione intima solo con alcune persone, nel nuovo e benedetto patto, invece, grazie al sacrificio di Gesù Cristo, tutti abbiamo la possibilità di ritornare ad avere comunione con lui. Per questo è necessario che ognuno di noi comprenda il valore di tale comunione con il Padre.

È Dio stesso che ha fornito tutte le risorse della grazia affinché potessimo vivere in comunione con lui, ma per accedere a tali risorse Dio ha posto delle condizioni: accordarci con lui, fare quello che lui ci chiede di fare, vivere come lui vuole che viviamo e seguire i suoi insegnamenti.

D’altronde, nella comune esperienza di vita, ognuno di noi, nell’instaurare delle relazioni con altre persone, cerca di accordarsi con quanti credono e pensano nel nostro stesso modo.

Le condizioni che Dio ha posto le possiamo ritrovare nella sua santa Parola.

Quattro condizioni necessarie

+ La prima condizione


“Il segreto del Signore è rivelato a quelli che lo temono, egli fa loro conoscere il suo patto”

Sl 25:14

La comunione intima è con “quelli che lo temono”.

Dio è disposto a rivelare il suo patto solo a quelli che lo temono, quindi il primo mattone per costruire una relazione con lui è possedere il suo timore dentro i nostri cuori.


“Il principio della saggezza è il timore del Signore…”

 Pr 9:10

Essere timorosi di Dio non significa avere paura, ma avere rispetto e riconoscimento verso la sua Persona. Dio, infatti, si mostrò in un modo tremendo a Noè, Abramo, Mosè, Davide ecc., perché erano uomini timorosi di Dio, lo riconobbero, lo riverirono, lo rispettarono e si sottomisero incondizionatamente a lui.

 

+ La seconda condizione o il secondo mattone ci è ricordato da Pietro:


“… poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo»”

1P 1:16

 

La comunione intima è con i santi.

La natura dell’uomo è una natura di peccato per questo Dio non può avere comunione con lui. Dio è: perfetto in tutti i suoi aspetti, onnipotente, onnisciente, fedele, santo… Come potrebbe Dio avere comunione con l’uomo peccatore?

Tuttavia, uno dei motivi per cui Gesù è morto sulla croce, spandendo il suo sangue, è purificarci dal peccato e permetterci di avere una relazione intima di comunione col Padre.

Ma cosa significa essere “santi”? Significa semplicemente essere separati dal peccato, dal mondo e da tutte quelle cose che, prevalendo in noi, ostacolano la comunione intima con Dio.

Grazie a Dio, è possibile essere santi! Tuttavia non spetta all’uomo dichiararsi santo, ma è Dio che ci rende santi. Egli stesso ci santifica, egli ci ha dato modi e mezzi in abbondanza, per raggiungere una vita santa.

La Bibbia insegna che:

■   siamo santificati in Dio Padre (Ef 1:3,4);

■   siamo santificati in Gesù Cristo (1Co 1:2);

■   siamo santificati nello Spirito Santo (1Co 6:11);

■   siamo santificati nel suo sangue (Eb 13:12).

Non ci manca nulla per essere santi! Per questo, se vogliamo essere santi, lo possiamo!

+ La terza condizione per una comunione intima è l’amore.

La comunione intima è con quelli che lo amano.

Ogni essere umano ha capacità di amare. La Bibbia dice che chi non ama non ha conosciuto Dio. Quelli che non riescono ad amare e dicono di conoscere Dio o sono bugiardi, come dice la Scrittura, o hanno un amore difettoso, egoista, completamente estraneo a quello che ogni figlio di Dio deve avere.

Dio vuole che lo amiamo perché Lui ci ha amato per primo e ha dato il più grande comandamento alla chiesa:

“Ama a il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso”

Lu 10:27

 

Avere una relazione di comunione intima con Dio ha, quindi, come presupposti il timore di Dio, l’essere santi e l’amore.

 

+ La quarta condizione per una comunione intima è la fede

La comunione intima è con tutti quelli che credono.

Un’altra cosa importante che Dio richiede per la comunione intima è l’essere uomini di fede. È impossibile che Dio possa avere comunione con gli increduli, con quanti dubitano o hanno incertezze.

Dio ha comunione con quelli che credono e, attraverso la comunione con lui, vuole aiutarci a essere uomini e donne di fede. Infatti, nella sua parola è scritto:


“Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano”

Eb 11:6

 

Agli uomini che soddisfano queste condizioni Dio farà conoscere il suo patto. Con loro egli è disposto ad avere una relazione intima di comunione perfetta.

Rivediamo allora le relazioni umane alla luce di quanto abbiamo considerato…

Se anche sono perlopiù complicate, imperfette e a volte fallimentari, nel Signore è possibile costruire, crescere insieme e guardare nella stessa direzione come lui ci insegna. Non sarà sempre facile né soddisfacente, spesso dovremo scusarci o perdonare, impegnarci faticosamente, con costanza e determinazione, ma proviamoci fino al ritorno del Signore Gesù, quando siederemo con lui nei luoghi celesti in gloria.