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“Non attestare il falso contro il tuo prossimo” (Es 20:16)! Una breve parola, CONTRO, mi ha aiutato a capire quanto male posso fare al mio prossimo attestando il falso, cioè proponendo come vera una realtà che non lo è. Ho pensato in modo particolare a due possibili situazioni in cui rischio di agire CONTRO il mio prossimo.

La prima: posso attestare il falso con la mia stessa vita, presentandomi come “cristiano” ma non vivendo il Vangelo. Si tratta di una falsa testimonianza che realizza un doppio CONTRO: infatti non reca danno soltanto al mio prossimo, che è così ingannato dalla mia incoerenza fra quello che dico di essere e quello che faccio, ma reca danno anche a me stesso, come mi ricorda il solenne avvertimento di Gesù: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?» Allora dichiarerò loro: «Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori»” (Mt 7:21-23). Le parole di Gesù mi avvertono che, oltre alla falsa testimonianza del dire di essere senza coerentemente operare, esiste anche quella dell’operare senza in realtà essere. Cioè: si può cercare di vivere da cristiani senza in realtà esserlo, ma anche di dire di essere cristiani senza in realtà viverlo.

La seconda: posso attestare il falso anche con il messaggio che comunico, quando parlo di Gesù e del Vangelo. Una comunicazione non veritiera di questo messaggio si ritorcerà CONTRO il mio prossimo. Risuonano alla mente le severe parole rivolte da Gesù ai farisei: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare” (Mt 23: 13). Perché gli scribi e i farisei serravano l’accesso al regno di Dio? Cosa stavano facendo per meritare un rimprovero così forte da parte del Signore? È lo stesso Gesù a darci la risposta: “… avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione. Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Mt 15:6-9).

Devo quindi essere attento a non attestare il falso quando comunico il messaggio della Parola di Dio, evitando di integrare le Scritture con tradizioni che le distorcono e contraddicono. Devo evitare di cadere nella tentazione di chi cerca un impossibile accordo fra la rivelazione di Dio e la ragione umana, finendo per attestare il falso. Alcuni esempi? Tanti oggi affermano che non esiste la perdizione e ovviamente neppure l’inferno, perché – si dice “Dio è troppo buono e tutti gli uomini alla fine saranno salvati”. In realtà questo è un attestare il falso CONTRO il prossimo, perché, il trasformare la fede nella grazia salvifica di Cristo in un accessorio non necessario (si può essere salvati anche senza credere!), porta le persone lontano dalla salvezza e le spinge dritte dritte all’eterna separazione da Dio. C’è poi chi afferma che tutte le religioni portano a Dio, quindi esistono molte vie, alcune diritte, altre più contorte, che consentono di raggiungere la comunione con Dio. Anche questo è un attestare il falso: infatti Gesù ha affermato che esiste una sola via, perché nessuno può andare al Padre se non per mezzo di lui (Gv 14:6). E non è un attestare il falso anche il messaggio dei tanti predicatori dell’Evangelo della prosperità, che presentano il benessere fisico ed economico come conseguenza certa della fede in Cristo, nascondendo l’avvertimento di Gesù stesso secondo il quale i suoi discepoli avrebbero conosciuto tribolazioni e sarebbero stati, come lo fu lui, incompresi e perseguitati? 

Dio mi chiama a operare non CONTRO il mio prossimo, ma in favore del mio prossimo. Potrò farlo, vivendo una vita cristiana autentica e comunicando in modo fedele il messaggio dell’Evangelo!