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Gli avvenimenti di questi ultimi mesi ci fanno pensare all’imminenza del ritorno del Signore. Leggere alla luce delle profezie bibliche i segnali che ci vengono dai cataclismi naturali sempre più devastanti, dai numerosi focolai di guerra che non accennano a spegnersi e soprattutto dal progressivo isolamento del popolo d’Israele, ravviva la speranza che questo ritorno sia vicino.

Non possiamo però ignorare che, passati duemila anni, molti pensano alla promessa di Gesù come una sorta di panacea irrealizzabile, usata per spronare i suoi discepoli. Questo pensiero era in realtà presente già nel primo secolo. Infatti Pietro denunciò la presenza, forse all’interno stesso della Chiesa, di “schernitori beffardi” che negavano la credibilità del ritorno di Cristo. Pietro rispose con due motivazioni valide ancora oggi per noi (2P 3:3, 8-9). Se il Signore “ritarda l’adempimento della sua promessa” è, prima di tutto, perché egli ama gli uomini e non vuole che “qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” e, poi, perché egli vive una dimensione del tempo totalmente diversa dalla nostra, per cui “per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno”: egli è l’Eterno, al di fuori del tempo, senza tempo. 

Abbiamo mai pensato che, “se il Signore ritarda”, non è soltanto per la sua scelta, che è e rimane indubbiamente sovrana (“i tempi o i momenti” – rivelò Gesù – il Padre li ha riservati “alla propria autorità”, At 1:7) ma anche per la nostra responsabilità?

Siamo responsabili perché non preghiamo abbastanza per invocare il suo ritorno! Le ultime parole della Bibbia riportano il testo dell’ultima preghiera che la Sposa (la Chiesa), in un’intima connessione con lo Spirito Santo, rivolge al suo Sposo: “Amen! VIENI Signore Gesù!” (Ap 22:20). Quest’ultima preghiera è anche l’unica in cui la parola “Amen” non segue ma precede l’invocazione, a voler sottolineare che la richiesta espressa nella preghiera corrisponde alla verità di un bisogno e di un desiderio realmente sentiti. Quest’esempio mi incoraggia perciò a rivolgermi al Signore con parole che esprimano non soltanto il mio bisogno di lui, ma anche il mio profondo desiderio di vederlo, di abbracciarlo. È come se lo Spirito Santo mi spingesse a dire: “In verità, Signore, ti imploro di venire presto perché, in un mondo sempre più confuso e avvolto nelle tenebre, è l’avvento del tuo Regno l’unica soluzione a tutti i problemi!”. Quante volte ho pregato con forza: “Venga il tuo Regno”? E quante volte ho lanciato verso l’Alto l’invocazione: “Vieni, Signore Gesù”? Mi sono mai chiesto che la latitanza sulle mie labbra di questa invocazione è causata dalla mancata connessione con lo Spirito di Dio che è in me?

Ma siamo responsabili anche perché non serviamo abbastanza: “Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà, mentre attendete e AFFRETTATE la venuta del giorno di Dio…!” (2P 3:11-12).

Abbiamo mai pensato che possiamo “affrettare”, cioè rendere più brevi i tempi della “venuta del giorno di Dio”? Come? Scegliendo di avere una condotta di vita in cui sia evidente la nostra decisione di non conformarci ai pensieri, al linguaggio, alle scelte del mondo in cui viviamo; vivendo la santità come quotidiana scelta di separazione dal male: una scelta che sia fondata sulla pietà, cioè su un’intima relazione con Dio attraverso la presenza del suo Spirito e la guida della sua Parola. Non riesco a capire in quale modo questa accellerazione possa avvenire, però, dal momento che l’apostolo Paolo ci ricorda che l’avvento del Regno avverrà quando “sia entrata la totalità degli stranieri” (Ro 11:25), dobbiamo dedurne che possiamo affrettare la venuta di Cristo non soltanto preparandoci moralmente, ma anche diffondendo e predicando il Vangelo. Se il Signore ritarda, è quindi anche a causa della mia mancanza di preghiera e di servizio! Riuscirò in questo nuovo anno a ripetere ogni giorno “Amen! Vieni, Signore Gesù!” e a vivere una vita di servizio nella santificazione personale e nella testimonianza del Vangelo?