Introduzione
Il contenuto di questo articolo fa riferimento ad una conferenza tenuta da Fares Marzone sabato 4 dicembre 2010 a Mombercelli (AT), dal tema “La straordinaria opera di Dio, ieri e oggi, in Italia e nel mondo”.
Questa conferenza è stata la seconda di due che avevano come titolo generale “Guardando oltre i 150 anni”e che hanno chiaramente fatto riferimento al 150° anniversario dell’Unità d’Italia che viene celebrato in questo 2011.
La prima delle due conferenze ha già trovato spazio sulle pagine de “Il Cristiano” nel numero di gennaio (pagg. 4-10) attraverso la pubblicazione della relazione (rielaborata) che Paolo Moretti ha esposto a Mombercelli il 20 novembre 2010, dal titolo “A 150 anni dall’Unità d’Italia, bisogna ancora fare gli italiani?”
Questo secondo appuntamento, così come il primo, ci ha offerto ancora (come riportava il sottotitolo delle conferenze) spunti per riflettere, dall’Unità d’Italia ai nostri giorni, sulla storia, il messaggio evangelico e noi.
È infatti una fonte di incoraggiamento per i credenti e di testimonianza per chi ancora non crede, leggere i fatti della storia e dell’attualità alla luce della Parola e dell’opera di Dio che, pur essendo al di sopra della storia, in essa ha operato e continua a farlo per condurre anime alla salvezza e per edificare la sua Chiesa.
Il fratello Fares Marzone dell’assemblea di Foggia via Taranto ha presentato una relazione divisa in tre parti che qui riportiamo in sintesi.
Spunti per riflettere dalla storia del Risorgimento
Nella prima parte, di taglio storico, il fratello Fares ha premesso che, “il 2010, è stato per l’Italia un anno particolare, in quanto ha segnato i 150 anni dalla Spedizione dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, l’impresa che ha portato all’Unità d’Italia nel 1861. Anche per noi come credenti è molto importante non dimenticare la nostra storia, le nostre radici. Come ha detto Francesco Alberoni: «Un popolo, una civiltà che dimentica la propria storia perde la propria identità, la propria solidarietà, svanisce» (25 febbraio 2008 – articolo apparso sul Corriere della Sera). Ognuno di noi ha delle radici che deve conoscere per affrontare il presente e prepararsi al futuro al meglio”
Analizzando in particolare il periodo tra il 1848 ed il 1870 è stato messo in evidenza il collegamento di questi anni cruciali del Risorgimento per la divulgazione del Vangelo e la nascita di molte Assemblee e il ruolo importante che hanno avuto alcuni personaggi illustri (ad esempio Cavour, Mazzini e Garibaldi, tre dei principali artefici dell’Unità d’Italia).
Oltre a questi sono da ricordare uomini come Bonaventura Mazzarella e Teodorico Pietrocola Rossetti, che, oltre all’impegno civile, in seguito si convertirono e, con molti altri meno noti (come numerosi colportori) saranno importanti per la causa del Vangelo.
Nel 1849, durante l’assenza forzata di Pio IX da Roma, la Repubblica Romana il cui capo indiscusso era Mazzini, fece stampare copie del Nuovo Testamento del Diodati.
Anche se molte copie vennero in seguito sequestrate, distrutte e bruciate, questo non fu altro che l’evento precursore di quanto sarebbe accaduto più tardi, il 20 settembre 1870. In quell’occasione i Bersaglieri entrarono a Roma per la breccia di Porta Pia, e al loro seguito vi entrarono i colportori con un carretto carico di Bibbie trainato da cani.
Nel 1846 la Società Biblica Britannica e Forestiera stampò migliaia di Nuovi Testamenti da distribuire alle truppe sabaude. Tanti giovani soldati ricevettero questo Libro che presentava loro il Signore Gesù e diversi di loro si convertirono diventando poi i primi credenti nei loro luoghi d’origine.
Nel 1854, l’esercito piemontese era impegnato nella guerra in Crimea. Probabilmente senza rendersene conto, Cavour permise che colportori della Società Biblica Britannica e Forestiera distribuissero Nuovi Testamenti alle truppe piemontesi. I colportori, dal francese “colporteur”, erano dei venditori ambulanti o strilloni.
La fine degli anni ’850 vide eventi che prepararono l’Unità d’Italia e la nascita di molte chiese evangeliche.
Il 28 settembre del 1856 partirono da Genova alla volta di Alessandria, con lo scopo di diffondere il Vangelo, due semplici personaggi: un bilanciaio (Lagomarsino) e un pastaio (Minetti). A inviarli era stata la Chiesa Libera dove operava Bonaventura Mazzarella e dove si trovava anche il conte Piero Guicciardini.
Mazzarella, nato a Gallipoli (Lecce), nel 1848 era diventato presidente del Salento. Dopo la sua conversione avvenuta a Torino si trasferì a Genova dove sarà un valente predicatore (si preoccuperà di dare una formazione secolare e biblica), professore all’Università di Bologna e deputato in Parlamento.
In Alessandria, città strategica all’epoca, Lagomarsino e Minetti si misero a predicare il Vangelo iniziando un’opera notevole. Visitandoli, Mazzarella si rese conto della portata dell’opera e pensò immediatamente a qualcuno che potesse svolgere un’opera di proseguimento per lo sviluppo di questo nuovo importante nucleo di testimonianza.
Lui e il Guicciardini pensarono ad un uomo in particolare, adatto a questo compito: un certo Teodorico Pietrocola Rossetti.
Questo giovane aveva partecipato ai moti rivoluzionari a Napoli nel 1848; per questo fatto era stato condannato a morte, era fuggito in esilio prima a Livorno e poi a Londra.
Qui, venuto a contatto fra gli altri con il conte Guicciardini, si era convertito a Cristo, iniziando ben presto un’attività di predicazione tra gli esuli italiani e, in un secondo tempo, anche tra le chiese evangeliche inglesi. Il suo cuore, però, “palpitava” per l’Italia dove vi arrivò nei primi di marzo del 1857. E questo grazie all’intervento del Guicciardini il quale aveva chiesto a Cavour di firmare il passaporto per permettere al Rossetti il suo rientro in Italia “per andare ad Alessandria a predicare l’Evangelo”!
Rossetti si stabilisce ad Alessandria, predica l’Evangelo, organizza una scuola di alfabetizzazione e si preoccupa di offrire un chiaro insegnamento biblico ai convertiti. Da lui vengono formati alcuni giovani predicatori che si stabiliranno in altre località comprese in un “quadrilatero” Alessandria-Asti, Voghera, Milano e Torino e che avrebbero fondato in seguito numerose chiese locali in queste città e zone limitrofe.
Infatti, sarà proprio grazie al servizio di alcuni di questi predicatori che nascerà, tra numerose altre nella zona, anche l’assemblea di Mombercelli (anni 1885-1886).
Nel 1859 si svolge la battaglia di Solferino (che chiude la seconda guerra di indipendenza italiana). Un evangelico svizzero, Jean Henri Dunant, assistendo a quella battaglia, che fu una terribile carneficina con oltre 20.000 morti tra le truppe Austriache e quelle Franco-Piemontesi, resterà fortemente impressionato da quelle vicende e, tornato a Ginevra, scriverà “Un Ricordo di Solferino”. Nel 1864 fonderà (con la collaborazione di altri) la Croce Rossa Internazionale.
Altra vicenda focale del Risorgimento: la Spedizione dei Mille.
Garibaldi parte con i Mille il 5 maggio 1860 da Quarto (Genova). Il 27 maggio i Mille arrivano a Palermo. Fra di loro ci sono diversi colportori che, arrivati nella piazza principale di Palermo, gridano “Il Libro! Il Libro!.” In seguito apriranno in questa città un deposito di Bibbie. Il 7 settembre i Mille arrivano in Piazza del Plebiscito a Napoli; il grido è lo stesso: “Il Libro! Il Libro!”.
Tra i seguaci di Garibaldi che si convertirono a Cristo nell’Italia meridionale è stato ricordato Pietro Tagliatela, filosofo e scrittore, che fonderà poi la prima chiesa evangelica a Foggia nel 1885.
Ma che cosa c’era dietro il cambiamento nella vita di uomini come Mazzarella, come Rossetti? Tutto partiva proprio dal contenuto straordinario di quel Libro, la Bibbia, Parola di Dio.
Spunti per riflettere osservando l’opera di Dio nel mondo
La seconda parte della conferenza, ha avuto lo scopo di dimostrare che le Assemblee nate in Italia negli anni del Risorgimento e sviluppatesi fino ai giorni nostri in ogni parte della Penisola fanno parte di un movimento che ha dimensioni internazionali, perché le Assemblee sono presenti in più di 130 nazioni.
Che cosa succedeva nel mondo, durante gli anni del Risorgimento? C’erano moti e movimenti dappertutto. Quegli stessi anni videro la nascita di molte chiese in Gran Bretagna, e da queste chiese ne nasceranno altre in diverse nazioni. Le Assemblee infatti hanno manifestato sempre un particolare impegno nella missione, con lo scopo di portare il messaggio del Vangelo, in ubbidienza al Grande Mandato del Signore Gesù, “ad ogni creatura” (Mr 16:15).
Osservando la situazione attuale delle Assemblee nel mondo, Fares ha presentato una panoramica succinta ma significativa scegliendo alcuni esempi tratti da tutti i continenti, con informazioni su alcune attività che caratterizzano l’India, Singapore, Australia, Papua Nuova Guinea, Sudafrica, Rwanda e Burundi, Argentina, Ecuador, Repubblica Dominicana, Canada, Bahamas, Spagna e Gran Bretagna.
Certo possiamo riconoscere che Dio è all’opera! Dio salva e continua ad aggiungere anime alla sua Chiesa.
Egli lo fa anche in nazioni che hanno conosciuto e conoscono situazioni molto diverse dalla nostra Italia, a causa di oppressioni, di guerre, di povertà e di calamità naturali. In ogni contesto il Vangelo continua a manifestare “la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Ro 1:16).
Il Signore sostiene la sua opera attraverso tanti credenti che predicano il Vangelo e che spesso, accanto alla predicazione, svolgono un’opera di aiuto sociale ed umanitario.
Queste iniziative di assistenza dimostrano in modo pratico lo stesso amore del Signore che è testimoniato dal Vangelo, e così la predicazione è favorita e accompagnata da chiari esempi di vita vissuta.
Il messaggio del Vangelo, attraverso il quale Dio è all’opera
Nella terza ed ultima parte della conferenza, Fares ha presentato un breve e incisivo messaggio evangelistico iniziando con il porre domande quali:
“Come mai dei garibaldini hanno gridato «Il Libro! Il Libro!»?
Come mai dei missionari sono andati in Ecuador e si sono lasciati uccidere?
Come mai dei missionari sono andati in Burundi lasciando il ricco Stato di New York?
Come mai il Signore spinse Cavour a firmare il passaporto di Rossetti, e questi, anziché fermarsi ad insegnare in un’importante cattedra in Gran Bretagna andò ad Alessandria?”
La risposta che è seguita ci ha portati a considerare la bellezza del messaggio del Vangelo, centrato su Gesù.
Egli stesso disse:
“Voi investigate le Scritture (letteralmente: fate gli storici), perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me” (Gv 5:39).
La Bibbia, in ogni sua parte, non fa altro che parlare del Signore Gesù. E il Signore Gesù era al centro della vita di diversi uomini del Risorgimento, che si preoccuparono della condizione morale e spirituale degli italiani.
Leggendo e commentando brevemente Giovanni 20:30-31, sono state sottolineate le tre espressioni “chiave”: segni miracolosi, credere, vita.
Segni miracolosi.
Giovanni esamina soltanto sette dei trentacinque miracoli citati nei quattro Vangeli. Guardiamo ad alcuni di questi miracoli.
Il primo: a Cana di Galilea Gesù cambia circa 600 litri di acqua in vino, per di più in vino ottimo, e all’istante. Gesù si dimostra Signore sulla qualità.
Guarisce a distanza il figlio dell’ufficiale reale. Non ha neppure bisogno di essere presente al suo fianco, di guardarlo.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci per 5000 uomini più le donne ed i bambini, che vengono tutti sfamati. Il Signore si dimostra Signore sulla quantità.
Gesù cammina sull’acqua. Dimostra di essere Signore sulla forza della natura.
La risurrezione di Lazzaro, un uomo morto da quattro giorni. Gesù compie il grande miracolo sulla morte.
Credere.
Dopo circa 60 anni Giovanni dice che queste cose sono state scritte “affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio”. Il nome Gesù è già di per sé tutto un programma. Significa: Jahvè salva. Ma salva da che cosa?
Salva dal “problema” per eccellenza: il problema del peccato!
Che ci piaccia sentircelo dire oppure no, il problema dell’uomo è questo. Poi vediamo tutto intorno a noi le conseguenze, ma il problema che sta alla radice di tutto è il peccato, che porta separazione da Dio.
Tutti, di qualsiasi ceto sociale, hanno questo problema. Il nome-titolo Cristo evidenzia la sua natura, di vero Dio e di vero uomo. Dio è intervenuto nella storia mandando suo Figlio a morire sulla croce per i peccati di tutta l’umanità. Non fu per un errore della storia, non fu per il disinteresse di Pilato: Gesù era là sulla croce per i nostri peccati.
Vita.
Ma perché vita? Perché chiunque non si sia ancora convertito a Cristo è “un cadavere che viaggia”. L’uomo, per natura, è spiritualmente morto.
Uomini come Bonaventura Mazzarella, Teodorico Pietrocola Rossetti e tanti altri hanno ottenuto questa vita quando hanno accettato la Persona al centro di questo messaggio, quando hanno creduto in lui.
E questa vita offerta da Gesù ancora oggi, è eterna, dunque va ben oltre il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Conclusione
Abbiamo considerato alcune vicende del Risorgimento. Noi abbiamo bisogno di un Risorgimento, abbiamo bisogno di una risurrezione spirituale. La possiamo sperimentare solo se crediamo a quanto è scritto nel Libro. Tanti, dal Risorgimento in poi, e ancora prima, lo hanno capito. Noi, lo abbiamo capito? Se lo abbiamo capito ed accettato siamo risorti, abbiamo vita, altrimenti no.
Guardando oltre i 150 anni, guardando oltre all’oggi e al domani ci sarà l’eternità. E solo se abbiamo messo a posto la nostra vita credendo nel Signore Gesù abbiamo la vita eterna (immediatamente chi crede ha la vita eterna e non viene in giudizio), altrimenti siamo ancora spiritualmente morti.
La storia ci porta a considerare il percorso che ha avuto come risultato l’Unità d’Italia attraverso un periodo di“Risorgimento”; la Bibbia ci presenta invece la strada per conoscere il “Risorgimento” spirituale in Cristo, un’espe-
rienza molto più importante!
Perciò, leggiamo e siamo testimoni del Libro che ci presenta il messaggio del Vangelo, capace ancora oggi in Italia e nel mondo, come è successo nel passato, di produrre nei cuori quest’Opera straordinaria.