Dalla Bibbia
“Il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e […] il loro peccato è molto grave. […] Gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa: giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro»” (Ge 18:20 e 19:4-5).
“Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. […] Non vi contaminate con nessuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per cacciare davanti a voi. Il paese ne è contaminato; per questo io punirò la sua iniquità” (Le 18:22,24-25).
“Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Le 20:13).
“Il levita andò e si fermò sulla piazza della città [di Ghibea] […] Un vecchio […] lo condusse in casa sua e diede del foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, mangiarono e bevvero. Mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiarono alla porta e dissero al vecchio, al padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui!»” (Gc 19:15,21-22).
“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità […] Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna […] Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami” (Ro 1:18,24-27).
“Non vi illudete; né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti […] erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi” (1Co 6:9-11): nella Nuova Diodati, al posto di effeminati troviamo il termine omosessuali.
Parole dure?
Un credente non deve mai dimenticare che Dio non cambia (cfr. Mt 24:35 e Eb 13:8). Rispetto all’Antico Testamento, il Nuovo Testamento non cancella affatto la gravità del problema, ma porta la parola di speranza per una completa guarigione.
Tuttavia, se non si mette a fuoco che l’omosessualità è un disordine interiore che va sanato, non si potrà mai né parlare e né, tantomeno, sperimentare la potenza salvifica e trasformatrice di Cristo!
“Se si fa grazia all’empio, egli non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine e non considera la maestà del Signore” (Is 26:10).
“Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti agli occhi. Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché io non vi laceri […] Chi mi offre come sacrificio il ringraziamento, mi glorifica, e a chi regola bene il suo comportamento, io farò vedere la salvezza di Dio” (Sl 50:21-23).
L’aiuto non può venire dal tacere, ma dal parlare!
L’aiuto non può venire dal coprire, ma dal rivelare!
La vera solidarietà sta nell’avvertire, nel proporre la soluzione e nel camminare insieme a chi sta lottando, per confortarlo e per sostenerlo nella sua battaglia di fedeltà a Dio.
C’è da chiedersi quanti, tra coloro che si definiscono cristiani, hanno ancora in mente il concetto della sovranità di Dio o l’hanno, invece, sacrificato sull’altare della proprie ideologie umane, che proclamano la gloria dell’uomo e non quella di Dio.
La Bibbia dice:
“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua bontà e la tua fedeltà!” (Sl 115:1).
Le ideologie umane, al contrario, acclamano i desideri dell’uomo come sacrosanti, come dei diritti inalienabili, come la conquista di una legittimazione totale delle proprie istanze.
Quale soluzione?
Il sotterfugio umano
“Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi” (Ec 7:29).
Da sempre, l’uomo preferisce la politica dello struzzo, quando si tratta di rendere conto a Dio di qualcosa che non va nella sua vita. Per non affrontare il problema in modo biblico, infatti, egli ha relativizzato la Parola di Dio e ha introdottola tolleranza, in nome di ciò che deve essere “politicamente corretto”.
Ma questo tipo di tolleranza è molto pericoloso e ambiguo.
Vediamo perché:
• si tollera tutto, perciò anche il peccato, in nome dei diritti dell’individuo a vivere la sua vita senza alcuna limitazione;
• le limitazioni della Scrittura, tra le quali c’è la chiamata alla santificazione, vengono tacciate di oscurantismo e di falsa morale;
• in nome della tolleranza, però, non si tollerano coloro che la pensano diversamente, che vengono definiti retrogradi e fondamentalisti (in senso negativo);
• i paladini dell’anti-discriminazione, in realtà, discriminano chi non la pensa come loro.
“Nel Nord America e in Europa ci sono pastori che stanno perdendo autorevolezza e prestigio nelle loro chiese per il fatto di attenersi alla dottrina biblica sulla sessualità, compresa la guarigione degli omosessuali. Certi rami del corpo di Cristo sono ormai così dominati da conduttori gay o con simpatie gay, che coloro che la pensano diversamente sono ridotti al silenzio. E a coloro che osano parlare di guarigione, viene negata la possibilità di esercitare tale ministero”.1
Leggiamo ora un estratto dalla significativa testimonianza di un credente ex-omosessuale, che ora è sposato, ha quattro figli e dedica la sua vita alla consulenza biblica e spirituale degli omosessuali (maschi e femmine) che vogliono reintegrare la loro identità sessuale.
“Il mio impegno [per cambiare] fu messo alla prova […] [dal] fatto che un numero crescente di cristiani stava abbracciando l’omosessualità come la volontà di Dio per la propria vita. […]
Ascoltavo testimonianze da parte di diversi che professavano una sorta di esperienza di «nuova nascita», che consisteva nell’infrangere i tabù cristiani per dichiarare apertamente la propria omosessualità. […]
Ma mi colpì qualcosa nelle loro storie, che mi sembrava intrinsecamente estraneo al Vangelo: la potenza trasformatrice di Gesù veniva messa in secondo piano. […]
Egli esige di sottomettere a lui tutto il nostro essere, in modo da poterne ri-orientare la personalità e gli scopi.
Invece, questi cristiani a favore dei gay, esprimevano più la gloria della propria omosessualità che la gloria di Gesù.
La loro omosessualità non era più sottomessa al suo esame, ma tenuta stretta come una sorta di diritto personale”.2
Vediamo molto chiaramente che, nella battaglia personale contro la sua omosessualità, questo fratello è stato ostacolato soprattutto da quei cristiani che proponevano questa devianza come una condizione da accettare e da vivere pienamente, senza alcuna restrizione di tipo morale. Credo che questo sia paradossale e scandaloso.
La soluzione di Dio
Indicherò per sommi capi soltanto alcuni punti fondamentali che ritengo biblicamente importanti.
• Il vero uomo e la vera donna.
L’uomo e la donna devono ristabilire in loro l’immagine di Dio nel giusto ordine creazionale.
Il vero uomo e la vera donna sono coloro che rispecchiano nel loro essere e nella loro condotta le prerogative dell’immagine divina; queste si realizzano pienamente nella sola eterosessualità.
Anche la natura stessa, per proteggere e assicurare la sua continuità, richiede che gli individui siano specificamente ed esclusivamente eterosessuali.
• La santità di Dio e l’adorazione.
Si deve recuperare il concetto della santità di Dio, ricordandosi che, alla presenza di Dio, l’essere umano si trova su un suolo sacro (cfr. Es 3:5 e Gs 5:15). Non si deve svendere la santità di Dio, perché lui è tre volte santo e come tale si presenta a noi.
La santità di Dio prevede un’adorazione in spirito e verità, che rispetti tale santità. Ci si deve perciò presentare a Dio con il desiderio di essere integri, nel cuore e nella condotta.
Si deve recuperare il senso della vera adorazione e della piena sottomissione al Dio che è un fuoco consumante e abita una luce inaccessibile.
“Offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante” (Eb 12:28-29).
“Unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen” (1 Ti 6:15-16).
Sono entrambi passi del Nuovo Testamento!
• La sovranità di Dio e la santificazione.
Poiché Dio è sovrano, egli ha tutto il diritto di richiedere la santificazione in coloro che gli si avvicinano: “Siate santi, perché io sono santo” (1P 1:16).
La santificazione è un impegno che prevede l’astenersi dal peccato e da tutto ciò che può farci cadere. Dal punto di vista sessuale, significa bandire la fornicazione, i pensieri impuri, i desideri illeciti, l’adulterio, l’omosessualità, la perversione, ecc.
“Non v’illudete; né fornicatori […], né adulteri, né effeminati, né sodomiti […] erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio […] Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Co 6:9-11,20).
“Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate […] Chi dunque disprezza questi precetti […] disprezza quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito” (1Te 4:4-5,8).
Purtroppo, sembra che abbiamo perso il timore di Dio; abbiamo perso il senso di riverenza e di rispetto davanti al Creatore. Oggi, anche molti credenti si nutrono di stereotipi e di surrogati di Dio: un Dio buono, tollerante, accondiscendente, che sopporta tutto e tutti, che chiude un occhio sul peccato, che fa l’occhiolino a chi l’offende… Una specie di Babbo Natale che, alla fine, accontenterà tutti.
Un Dio così non esiste!
Abbiamo bisogno di ritrovare il timore per un Dio sovrano e onnipotente, che perdona il peccatore ravveduto, ma che non tollera il peccato!
• La potenza di Dio e la rigenerazione.
Le considerazioni dei tempi attuali sulla condizione omosessuale sembra che non contemplino affatto la potenza vivificatrice e rigeneratrice di Dio. Al contrario, questo è un aspetto irrinunciabile e insostituibile della fede cristiana.
“Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo” (Tt 3:5). “Perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1P 1:23).
La Parola di Dio, infatti, ci guida e ci illumina nella vera introspezione e mette a fuoco i nostri veri problemi.
“La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4:12).
• La volontà di Dio e la trasformazione.
È necessario che tutti – eterosessuali e omosessuali – vengano trasformati dall’azione dello Spirito Santo. In particolare, chi ha tendenze omosessuali deve riordinare i suoi pensieri e ri-orientare la propria identità, mediante i princìpi della Scrittura e con la potenza dello Spirito.
Dio vuole che tutti i suoi figli siano trasformati dalla potenza della sua Parola, per reintegrare l’immagine che abbiamo perduto a causa del peccato.
Dio vuole che le nuove creature possano sperimentare la vera libertà, che procede dalla verità,
“Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Ef 4:22-24).
“[Perciò] non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Ro 12:2).
“E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1Co 6:11).
Nella chiesa, quale accoglienza?
• Relativismo e tolleranza?
Come abbiamo visto, il relativismo e la tolleranza non affrontano il problema in modo biblico e non offrono alcuna soluzione. Si limitano a proporre un’interpretazione unilaterale (e molto riduttiva!) e una risposta ideologica e politica, senza considerare affatto la possibilità di cambiare.
“Nessun fornicatore, o impuro […] ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni” (Ef 5:5-7).
• Chiusura e discriminazione?
Dalla parte opposta, nemmeno la discriminazione e la chiusura a ogni possibilità di accoglienza e di recupero sono espressioni fedeli allo spirito dell’Evangelo.
“Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli […] Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri” (Ro 14:1,13).
• Accoglienza per la guarigione?
Le chiese cristiane, allora, devono accogliere l’omosessuale, ma per proclamare la Buona Novella, per istruirlo sulla volontà di Dio, per esortarlo a impegnarsi nell’ubbidienza dando a Dio l’onore che gli spetta, per illustrargli i princìpi della guarigione e della potenza di Gesù Cristo e per seguirlo con amore e con fermezza nel cammino di guarigione della sua identità ferita, “affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo Gesù. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza” (Cl 1:28-29).
Questa è la vera accoglienza cristiana.
È sicuramente una delle più grandi sfide che la Chiesa del ventunesimo secolo si trova a dover affrontare. Chi vorrà operare in questa direzione, troverà nemici e oppositori sia all’esterno, ma – ahimé – anche all’interno di tante chiese.
Che cosa faremo? La raccoglieremo, o ci conformeremo alle ideologie di questo mondo, seguendo la corrente per paura di essere considerati “fondamentalisti”?
L’apostolo Paolo non avrebbe dubbi:
“Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo” (Ga 1:10).